Ha superato quota 1200 firme la petizione “Salviamo la bellezza”, promossa dal Comitato Frazione Cerro per chiedere al Comune di Laveno Mombello di rivedere il progetto del lungolago dove, durante l’estate, è stato installato un “chiosco-container” destinato ad attività stagionali.
La raccolta firme, lanciata il 30 settembre su Change.org, ha raccolto in poche settimane un sostegno trasversale da parte di residenti, visitatori e amanti del borgo di Cerro, che chiedono di restituire all’area «la sua bellezza originaria, libera e accessibile a tutti».
La consegna delle firme al sindaco
«Il 18 ottobre – scrivono i rappresentanti del Comitato – abbiamo consegnato al decisore, il sindaco Luca Santagostino, le prime 1.175 firme di persone che hanno detto no a un modello di sviluppo basato sulla messa a reddito a qualunque condizione del borgo di Cerro. Persone che hanno detto sì alla restituzione dell’integrità del lungolago e della possibilità di usufruire della bellezza del luogo liberamente e gratuitamente».
Oggi i firmatari sono già 1.243, un risultato che i promotori definiscono «sopra ogni nostra aspettativa».
La nuova mobilitazione segue infatti una prima petizione lanciata a giugno, che si era fermata a 210 firme e che, spiegano dal Comitato, «fu vanificata il 14 luglio dal repentino sbancamento dell’area e dalla posa del cemento».
Una seconda mobilitazione “più forte di prima”
Nella nota diffusa dal Comitato si legge con amarezza:
«Alla nostra prima richiesta di poterci esprimere su un progetto che avrebbe avuto un impatto fortissimo su un luogo così bello e così amato ci è stato risposto con le ruspe e col cemento. Con questa nuova petizione possiamo rinnovare la stessa richiesta con più forza».
L’obiettivo resta chiaro: rimuovere il container e la piattaforma in cemento, ripristinando la passeggiata sul lago nella sua forma originaria, «un angolo di bellezza e memoria che appartiene a tutti».
“Una valorizzazione intelligente e rispettosa”
Il Comitato Frazione Cerro ringrazia i cittadini che hanno partecipato a quella che definisce «una prova corale di amore per il territorio».
«Il nostro borgo, così bello e così delicato – si legge ancora – merita una valorizzazione intelligente, rispettosa della sua storia e delle sue bellezze naturali. Di certo non merita un container».