CURIGLIA CON MONTEVIASCO – C’è un luogo, all’estremo nord della provincia di Varese, dove l’Italia sembra finire tra boschi di faggi, ruscelli limpidi e crinali che si affacciano sulla Svizzera. È Curiglia con Monteviasco, un piccolo comune di poco più di 150 abitanti incastonato tra le montagne della Val Veddasca, nel cuore del Parco Regionale del Campo dei Fiori e della Val Dumentina.
Un angolo remoto e autentico, dove la modernità arriva con discrezione e la montagna conserva intatta la sua anima più vera.
Curiglia, la porta d’ingresso alla Val Veddasca
Curiglia sorge a oltre 700 metri d’altitudine, lungo la strada che da Maccagno sale tortuosa tra boschi e alpeggi. Da qui, la vista spazia sulle valli sottostanti e sulle cime del Monte Lema e del Monte Tamaro, che segnano il confine con il Canton Ticino.
Il borgo, con le sue case in pietra, i tetti in piode e le viuzze strette, racconta una storia di fatica e resilienza: quella di una comunità montana che, nei secoli, ha saputo convivere con la natura senza mai piegarla.
Il centro storico conserva un fascino discreto, fatto di silenzi, portali in granito, fontane e vecchie stalle trasformate in abitazioni. Da qui partono numerosi sentieri escursionistici che conducono verso gli alpeggi di Curiglia, Alpone e Piero, ideali per gli amanti del trekking e del turismo lento.
Monteviasco, il borgo senza strade
A rendere unico questo territorio è però Monteviasco, una frazione che sembra sospesa nel tempo e nello spazio. Arroccato a 900 metri di quota su un versante scosceso della valle, è raggiungibile solo a piedi o con la funivia (attualmente in fase di riattivazione).
Fino a pochi decenni fa, l’unico collegamento era una mulattiera di 1.400 gradini, percorsa ogni giorno dagli abitanti e dai bambini diretti a scuola a Curiglia: oggi è uno dei sentieri più suggestivi delle Prealpi varesine, un viaggio nella storia e nella natura, tra castagni, muretti a secco e ruscelli che scendono verso il fiume Giona.
Monteviasco è un piccolo gioiello di pietra. Le case si aggrappano alla montagna, le stradine si intrecciano tra archi e scalinate, e il tempo sembra essersi fermato. Niente auto, nessun rumore: solo il suono del vento e il profumo del legno dei camini.
La chiesa di San Giovanni Battista, con il suo campanile affusolato, domina il borgo e regala una vista mozzafiato sulla valle. Qui il silenzio non è assenza, ma presenza viva: quella della montagna, della memoria, della semplicità.
Natura e tradizione
Il territorio di Curiglia con Monteviasco è un paradiso per chi ama la natura incontaminata. I boschi ospitano una ricca fauna alpina – caprioli, volpi, scoiattoli, poiane – e d’autunno si colorano di tonalità calde che rendono ogni sentiero un quadro impressionista.
Lungo i percorsi che portano agli alpeggi di Alpone e di Corte di Piero si incontrano pascoli, torrenti e antiche malghe ancora in attività, dove è possibile gustare formaggi freschi e miele di montagna.

Ogni estate il borgo si anima grazie alle feste di paese e alle escursioni guidate, mentre d’inverno, con la neve che ricopre i tetti, Curiglia e Monteviasco diventano un presepe naturale, un rifugio per chi cerca pace e autenticità.
Un patrimonio di memoria e resilienza
Curiglia con Monteviasco non è solo un luogo, ma un modo di vivere: lento, essenziale, profondamente umano.
Qui la montagna non è ostacolo ma alleata, e il silenzio è una forma di ricchezza. Ogni pietra, ogni gradino, ogni sguardo racconta una storia di coraggio e appartenenza.
In un mondo che corre, Curiglia e Monteviasco restano fermi, ma non immobili: sono il respiro antico della montagna varesina, un patrimonio di bellezza e semplicità che continua a insegnare quanto poco serva per sentirsi davvero liberi.













