Cuasso al Monte, l’ospedale del rilancio è fermo ai cancelli: futuro sospeso tra fondi Pnrr e vandalismi

Il progetto dell’Ospedale di Comunità rischia lo stop definitivo. Intanto svanisce l’idea del polo pneumologico universitario: “Non si perda l’occasione di rinascita”

Da simbolo di rinascita a cantiere dimenticato tra i boschi. L’ospedale di Cuasso al Monte, che avrebbe dovuto ospitare il nuovo Ospedale di Comunità finanziato con i fondi del Pnrr, oggi è di nuovo fermo. Dovevano proseguire i lavori di riqualificazione del complesso, ma a dieci mesi dalla consegna dell’area il futuro dell’ex struttura sanitaria resta avvolto nell’incertezza.

Intanto, il progetto del polo pneumologico universitario, che per anni aveva alimentato le speranze di rilancio, sembra ormai definitivamente archiviato. Così, tra promesse, ritardi e vandalismi, Cuasso torna a fare i conti con un sogno interrotto.

Cantiere fermo e lavori in stallo

Il primo intervento, dal valore di 3,7 milioni di euro, riguardava la riqualificazione del Padiglione ex Medicina, destinato a ospitare venti posti letto sociosanitari gestiti da personale infermieristico. Ma il cantiere, aperto lo scorso anno, si è arenato tra furti di materiali, danneggiamenti e atti vandalici ripetuti, che hanno compromesso tempi e sicurezza, nonostante la presenza di vigilanza e recinzioni.

Durante l’incontro tra il nuovo direttore generale dell’Asst Sette Laghi, Mauro Moreno, e il Comitato per l’ospedale di Cuasso, è emerso che i lavori hanno subito «rallentamenti significativi» e che rispettare la scadenza di giugno 2026, fissata dal Pnrr, appare oggi difficile.

Da Asst Sette Laghi arriva tuttavia una precisazione:

«Il progetto dell’Ospedale di Comunità verrà realizzato – conferma l’azienda – anche se i tempi potrebbero dilatarsi a causa delle contingenze e delle criticità legate al contesto. Per quanto riguarda invece lo sviluppo complessivo dell’area di Cuasso, si sta lavorando all’aggiornamento del progetto del 2022».

La comunità: “Non si può dare la colpa solo ai vandali”

Parole che rassicurano solo in parte una comunità che si sente tradita e dimenticata.

«Non si può imputare ai soli vandali il fallimento di un progetto che doveva essere presidio e rinascita per il territorio – ribadisce il Comitato –. Il rischio è di perdere non solo i fondi europei, ma anche la possibilità di inserire Cuasso nella rete degli ospedali di Comunità prevista dalla legge regionale 23/2015. È tempo che ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Tra i boschi e i silenzi del Monte Piambello, resta così un grande edificio sospeso tra ciò che doveva essere e ciò che rischia di non diventare mai. Un simbolo di rinascita incompiuta, che attende ancora di tornare a vivere.