Alla scoperta di Castelseprio e del Monastero di Torba, il cuore longobardo (patrimonio UNESCO) che racconta 1500 anni di storia

Tra i boschi della Valle Olona sopravvive un luogo sospeso tra mistero e memoria: l’antica città di Castelseprio e il Monastero di Torba. Un sito archeologico straordinario, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011, che rivela le radici longobarde della Lombardia.

UNA CITTÀ NASCOSTA NEL VERDE

A pochi chilometri da Varese, immerso in un paesaggio di querce e colline, sorge il Parco Archeologico di Castelseprio, una delle testimonianze più preziose della storia altomedievale in Italia.
Qui, tra ruderi e sentieri, il visitatore cammina sulle tracce di un’antica città romana diventata poi centro strategico dei Longobardi e infine luogo di culto cristiano.

Non è un museo tradizionale, ma una città fantasma nella natura, dove ogni muro e ogni frammento raccontano un pezzo di Europa antica.

TIMELINE STORICA PeriodoEvento principaleIV sec. d.C.Nascita del castrum romano “Sibrium” come avamposto difensivo contro le invasioni barbaricheVI – VII sec.Dominazione longobarda: Castelseprio diventa centro militare e religioso1287Distruzione della città da parte dei Visconti di Milano: inizia l’oblio1944Scoperta casuale degli affreschi della chiesa di Santa Maria Foris Portas2011Riconoscimento UNESCO come parte del sito “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568–774 d.C.)” CASTELSEPRIO: LA CITTÀ SCOMPARSA Oggi rimangono resti di mura, torri,

basiliche e case, ma tra il IV e il XIII secolo Castelseprio fu una città viva e importante.Sorta come fortificazione romana per controllare le vie tra il lago Maggiore e Milano, divenne poi un presidio longobardo.Dell’antico borgo sopravvivono i ruderi della Basilica di San Giovanni Evangelista, di un battistero e di una torre di guardia: frammenti di pietra che ancora disegnano l’urbanistica di un insediamento potente, poi cancellato dalla storia.

Il sito, oggi gestito dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, è visitabile liberamente e offre pannelli didattici e percorsi immersivi che aiutano a leggere il paesaggio archeologico.

Santa Maria Foris Portas

SANTA MARIA FORIS PORTAS: IL TESORO NASCOSTO

Appena fuori dalle mura si trova il cuore artistico del complesso: la chiesa di Santa Maria Foris Portas, “fuori le porte” dell’antica città.
Una piccola costruzione in pietra, semplice all’esterno, ma che all’interno nasconde uno dei cicli di affreschi più straordinari e misteriosi dell’arte medievale europea.

Scoperti nel 1944, gli affreschi rappresentano scene della vita di Maria e di Cristo con uno stile che mescola influenze bizantine, siriache e occidentali.
I volti delicati, i gesti pieni di grazia e la gamma cromatica essenziale ne fanno un unicum nella pittura altomedievale: un ponte tra Oriente e Occidente.

Gli studiosi ancora dibattono sulla datazione (tra VI e IX secolo) e sulla mano che li ha creati.
Questa aura di mistero è parte del fascino di Santa Maria Foris Portas, oggi visitabile su prenotazione e protetta da una struttura museale.

IL MONASTERO DI TORBA: IL SILENZIO CHE PARLA

Scendendo lungo il sentiero che costeggia il bosco, si raggiunge il Monastero di Torba, oggi bene del FAI – Fondo Ambiente Italiano.
Costruito nel V secolo come presidio militare romano, divenne nel Medioevo un monastero femminile longobardo.
La torre, un tempo fortificata, conserva affreschi commoventi: figure di monache, santi e angeli che vegliano sulle celle.
Le mura raccontano secoli di silenzio, preghiera e rinascita.

Oggi Torba è un luogo di quiete e spiritualità, con spazi restaurati, eventi culturali e percorsi didattici. Un esempio perfetto di come la storia possa tornare a vivere senza perdere la sua autenticità.

Il monastero di Torba

IL RICONOSCIMENTO UNESCO

Nel 2011 Castelseprio e Torba sono stati inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità come parte del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568–774 d.C.)”, insieme a Cividale del Friuli, Brescia, Monte Sant’Angelo, Spoleto e Benevento.

L’UNESCO ha riconosciuto il sito varesino per:

ValoreMotivazione
StoricoTestimonianza eccezionale della civiltà longobarda in Italia.
ArtisticoGli affreschi di Santa Maria Foris Portas sono un capolavoro unico nel contesto europeo altomedievale.
ArcheologicoIl complesso urbano di Castelseprio è tra i meglio conservati del periodo tardoantico.
SpiritualeIl Monastero di Torba rappresenta la continuità tra la difesa militare romana e la preghiera monastica medievale.

CURIOSITÀ

📌 La città fantasma
Dopo la distruzione del 1287, Castelseprio fu abbandonata per secoli. Il bosco la inghiottì lentamente, conservandone i resti come in una teca naturale.

📌 Un affresco “impossibile”
Gli studiosi hanno trovato nei dipinti di Santa Maria Foris Portas elementi iconografici più antichi di quelli bizantini: un enigma che ha cambiato la cronologia dell’arte medievale.

📌 Donne di Torba
Le suore longobarde che vissero nel monastero dipinsero probabilmente da sé gli affreschi della torre. Un raro esempio di arte monastica femminile.

UN MUSEO A CIELO APERTO

Oggi Castelseprio e Torba formano un unico parco archeologico, visitabile a piedi o in bicicletta, immerso in una natura incontaminata.
Percorsi segnalati, visite guidate e attività didattiche permettono di vivere l’esperienza in modo coinvolgente: tra archeologia, spiritualità e bellezza paesaggistica.

Il sito è gestito in sinergia da Soprintendenza, FAI e Comune di Gornate Olona, ed è una tappa fondamentale degli itinerari longobardi italiani.

INFO PRATICHE

  • Località: Castelseprio e Torba (VA)
  • Accesso: Parcheggio presso il Centro Visite; itinerario a piedi tra i due siti (1,2 km circa)
  • Gestione: Soprintendenza Archeologia / FAI – Fondo Ambiente Italiano
  • Apertura: tutto l’anno (variabile per Santa Maria Foris Portas)
  • Patrimonio UNESCO dal: 2011
  • Ideale per: appassionati di storia, archeologia, trekking culturale

UN VIAGGIO NEL TEMPO

Castelseprio e Torba non sono solo luoghi da visitare, ma luoghi da ascoltare.
Qui il silenzio parla di legioni, monaci e regine longobarde. Ogni pietra è una memoria, ogni affresco un respiro antico.
Chi ci arriva oggi trova non un rudere, ma una pagina viva di storia europea che continua a scrivere il suo racconto tra i boschi della Valle Olona.