Università dell’Insubria – Crisi per alcune specialità mediche: nessuna borsa assegnata in chirurgia toracica e farmacologia

Molte scuole vanno esaurite, ma le discipline chirurgiche e cliniche continuano a perdere appeal tra i giovani medici. Allarme di Anaao: “Serve una riforma per allineare formazione e bisogni del sistema sanitario”

VARESE – La crisi di alcune specialità mediche si conferma anche all’Università dell’Insubria, dove, nella prima tornata di assegnazioni, sono state sottoscritte 157 delle 207 borse di specializzazione attribuite dal Ministero dell’Università e della Ricerca. Restano senza candidati, tra le altre, chirurgia toracica, farmacologia e tossicologia clinica, patologia clinica e malattie infettive e tropicali.

Un problema nazionale

Il fenomeno non riguarda solo Varese. Secondo uno studio condotto da Anaao Assomed e Liberi Specializzandi, a livello nazionale il 17% dei contratti di specializzazione non è stato assegnato, con punte che raggiungono il 70-80% in discipline come virologia, quasi deserta in tutta Italia. All’Insubria, tuttavia, una delle due borse in virologia è stata effettivamente assegnata, un piccolo segnale positivo in un quadro complesso.

Le discipline senza richieste

Particolarmente evidente è il flop di farmacologia e patologia clinica: le sette borse disponibili (quattro per la prima e tre per la seconda) non sono state richieste da alcun candidato. Stessa sorte per chirurgia toracica, dove le tre borse restano vacanti, e chirurgia generale, che ha registrato solo due iscrizioni su dieci posti disponibili.

Le scuole che funzionano

Non mancano però i segnali incoraggianti. L’Insubria eccelle in radiodiagnostica, dove tutti i cinque contratti sono stati sottoscritti, in controtendenza rispetto al dato nazionale che vede due borse su tre non assegnate.
Completamente esaurite anche le borse di urologia, chirurgia vascolare, chirurgia plastica, psichiatria, pediatria, otorinolaringoiatria, ortopedia, fisiatria, medicina dello sport, medicina del lavoro, malattie respiratorie, cardiologia, ginecologia, geriatria ed endocrinologia.

Tra le nuove scuole di specialità introdotte quest’anno, ottimo l’avvio di dermatologia (1 borsa su 1), oncologia (2 su 2) e medicina legale (3 su 3).

Emergenza-urgenza e anestesia ancora in sofferenza

Resta invece critica la situazione in emergenza-urgenza, con solo 2 borse assegnate su 16. Anche altri atenei lombardi non se la passano meglio: a Pavia 10 su 26, al San Raffaele 4 su 14, a Milano-Bicocca 17 su 27, e al Policlinico di Milano 25 su 48.
Meglio l’andamento di anestesia e rianimazione, dove le borse assegnate sono state 18 su 27, e di medicina interna con 11 specializzandi su 14.

Un bilancio in chiaroscuro

Complessivamente, 19 delle 31 scuole di specialità dell’Insubria hanno assegnato tutte le borse. Un risultato considerato soddisfacente rispetto al 2024, quando le borse assegnate furono solo 110 su 204. Tuttavia, il nodo resta quello delle discipline chirurgiche e cliniche meno attrattive, che da anni faticano a trovare nuovi medici.

L’allarme dei medici ospedalieri

Per Anaao Assomed, si tratta di un «disastro annunciato». Il principale sindacato dei medici ospedalieri chiede un ripensamento profondo del sistema di formazione, più aderente ai bisogni reali del territorio:

«Serve una revisione dei fabbisogni di medici specialisti basata sulle necessità concrete degli ospedali, evitando il proliferare di percorsi poco attrattivi che finiscono per lasciare borse scoperte e reparti senza ricambio generazionale».

L’Insubria, pur con risultati positivi in molte aree, fotografa dunque una sanità in trasformazione, dove alcune specialità restano un punto critico in attesa di soluzioni strutturali.