Cadrezzate, Elia Del Grande aiutato nella fuga: «Contava su persone che lo hanno favorito»

Il pluriomicida della “strage dei fornai” è stato arrestato nella casa di famiglia, dove tutto ebbe inizio nel 1998.
I procuratori di Varese e Modena: “Si è mosso tra i boschi grazie a chi lo ha sostenuto nella latitanza”.

CADREZZATE – La fuga di Elia Del Grande, l’autore della “strage dei fornai”, non è avvenuta in solitaria. A rivelarlo sono i procuratori di Varese e Modena, Antonio Gustapane e Luca Masini, che in una nota congiunta hanno confermato come il 49enne, catturato ieri sera a Cadrezzate, «si sia mosso tra i boschi potendo contare su soggetti che lo hanno favorito».
Le indagini, dunque, si allargano: ora si cerca di identificare chi abbia aiutato l’ex detenuto nella sua latitanza, fornendogli appoggio e mezzi per spostarsi.

La cattura a Cadrezzate, dove tutto iniziò

La latitanza si è conclusa alle 20 di mercoledì 12 novembre, in via Matteotti a Cadrezzate, la stessa strada dove, quasi trent’anni fa, Del Grande uccise il padre, la madre e il fratello.
A bloccarlo sono stati i carabinieri dei comandi provinciali di Varese e Modena, insieme al Ros, che da giorni lo stavano tracciando. L’uomo è stato fermato davanti alla casa di famiglia, accanto al vecchio forno dove lavoravano le vittime, appena rientrato per recuperare alcuni oggetti che – secondo quanto ricostruito – gli erano stati lasciati.

Nascosto nei boschi e spostamenti notturni Dopo la fuga dalla casa-lavoro di Castelfranco Emilia, dove si trovava per scontare sei mesi di misura di sicurezza a causa delle 40 violazioni alla libertà vigilata, Del Grande avrebbe raggiunto il Varesotto, zona che conosceva bene e dove poteva contare su contatti e appoggi.Secondo gli inquirenti, il 49enne avrebbe trascorso

diversi giorni nascosto nei boschi tra Ternate, Travedona e Cadrezzate, aiutato da persone che gli avrebbero fornito supporto logistico.In una telefonata a “Le Iene”, lo stesso Del Grande aveva dichiarato di essersi spostato anche in taxi e di aver utilizzato un pedalò per attraversare di notte il lago di Monate, evitando così le principali vie di comunicazione.

L’arresto e il trasferimento

Dopo il fermo, Del Grande è stato condotto in caserma a Varese per gli accertamenti di rito e, poco prima di mezzanotte, trasferito nel carcere cittadino.
La posizione dei presunti favoreggiatori è ora al vaglio della magistratura, che valuterà eventuali responsabilità penali.

Nelle prossime ore, il magistrato di sorveglianza di Modena deciderà se disporre il trasferimento di Del Grande in un istituto penitenziario emiliano, chiudendo così un nuovo capitolo di una vicenda che, a distanza di decenni, continua a scuotere il Varesotto.