VARESE – La Provincia di Varese interviene con toni decisi sul tema dei ristorni dei frontalieri, dopo le prime ipotesi legate alla prossima manovra statale. Dal 2026, infatti, ai territori di confine potrebbero essere riconosciuti soltanto 89 milioni di euro, ben al di sotto dei 128 milioni effettivamente maturati e trasferiti dai Cantoni svizzeri. Una differenza che, secondo l’ente provinciale, avrebbe conseguenze pesanti sulla tenuta finanziaria di molti Comuni, già impegnati a chiudere bilanci sempre più complessi e a garantire servizi essenziali alle proprie comunità.
Il messaggio della Provincia arriva in modo compatto: a sottoscriverlo sono il presidente Marco Magrini e i capigruppo di maggioranza in consiglio, Fabio Passera per il Partito Democratico e Matteo Marchesi per Forza Italia. Una presa di posizione unitaria che intende sottolineare la gravità della situazione, superando schieramenti e appartenenze politiche.
Secondo la Provincia, ridurre i fondi significherebbe scaricare sui Comuni il peso di una scelta compiuta “a partita in corso”, costringendoli a rivedere programmi già impostati e a tagliare interventi su scuola, mobilità, manutenzioni e assistenza sociale. Per questo l’ente chiede al Governo di confermare l’integrale trasferimento delle risorse e di non intervenire su meccanismi che garantiscono equilibrio e continuità a territori da sempre esposti a dinamiche economiche e demografiche delicate.
L’appello si conclude con un invito alla responsabilità: tutelare le aree di frontiera non come margini del Paese, ma come presidi fondamentali della vita delle comunità locali.













