Un caso di truffa e inganno familiare ha scosso Borgo Virgilio, in provincia di Mantova. Tutto è iniziato quando un’impiegata dell’anagrafe ha notato qualcosa di strano nella richiesta di rinnovo della carta d’identità di Graziella Dall’Oglio. La donna presentatasi agli sportelli, infatti, non era chi diceva di essere: si trattava in realtà di suo figlio, un infermiere disoccupato.
L’impiegata, insospettita, ha subito segnalato l’anomalia ai superiori. Il Comune ha avvertito il sindaco Francesco Aporti e gli agenti della polizia locale, dando il via a un’indagine interna. Confrontando la foto del vecchio documento con quella appena scattata, è emerso con chiarezza che la “madre” era in realtà il figlio.
Secondo le indagini, l’uomo aveva percepito negli anni circa 53 mila euro derivanti dalla pensione di reversibilità del marito della madre. Solo in seguito all’intervento dei carabinieri è stato effettuato un sopralluogo nell’abitazione dell’infermiere, dove è stato trovato il cadavere mummificato della madre. L’ultima volta che la donna era stata vista in Comune risaliva a dieci anni fa, per il rinnovo della vecchia carta d’identità.
“Non avevano problemi economici, spiega il sindaco Aporti. Oltre alla pensione, risultano intestate a entrambi diverse proprietà immobiliari: tre case e alcuni terreni.” La scoperta ha dunque svelato una truffa protrattasi per anni, culminata in un inquietante ritrovamento all’interno della propria abitazione.













