TORTONA – Doveva essere la prima tappa del nuovo corso, è diventata una frenata brusca. L’Italbasket di Luca Banchi inciampa subito nelle qualificazioni ai Mondiali 2027, sconfitta in casa da un’Islanda più solida, più esperta e, alla fine, anche più lucida: 81-76 il finale che gela il PalaFerraris. Una serata che lascia più di un interrogativo, con l’unica vera nota lieta rappresentata dagli esordi azzurri dei due varesini Matteo Librizzi e Luigi Suigo, che coronano il loro primo minuto ufficiale in Nazionale A.
Il ritorno di Polonara e l’abbraccio di Tortona
Prima della palla a due, il momento più bello e più intenso. Entra in campo Achille Polonara, capitano non giocatore, che ha voluto essere lì nonostante la battaglia contro la leucemia. Il palazzetto si alza in piedi, un applauso lunghissimo, commosso. Un atto di coraggio e una lezione di vita che fanno bene alla squadra e a tutto il movimento.
La partita: Italia in apnea, rimonta vana
Poi, però, il campo racconta un’altra storia. L’Italia parte contratta, imprecisa, continuamente in ritardo sulle scelte offensive e difensive. L’Islanda non fa nulla di trascendentale, ma è ordinata, intensa, e soprattutto sfrutta ogni concessione degli azzurri. Il primo tempo vola via tra errori banali e una sensazione di fragilità che Banchi prova a correggere in corsa.
Nella ripresa arriva una reazione, figlia delle giocate dei più esperti. Baldasso e Procida accendono il perimetro, Della Valle si prende responsabilità importanti e l’Italia addirittura sorpassa, dando l’impressione di aver rimesso ordine. Ma è solo un’illusione.
Il finale è da incubo: Della Valle fallisce due liberi pesantissimi, Tonut sciupa un contropiede che sarebbe valso il +3 e l’Islanda ringrazia, si ricompatta e chiude la partita con freddezza.
La faccia scurissima di Banchi in conferenza stampa dice più di qualsiasi commento: la strada è lunga e la salita è appena iniziata.
Un problema strutturale
Assenze? Sì, certo: niente giocatori di Eurolega né NBA. Ma è inutile girarci intorno: questo è il materiale tecnico (e fisico) su cui si dovrà lavorare nei prossimi mesi. Le colpe non erano tutte di Pozzecco, e non sono certo di Banchi. Serve un percorso, servono idee, serve tempo. E serve anche una presa di coscienza collettiva: il basket italiano deve ricostruirsi, non raccontarsi favole federali.
La nuova Italbasket parte male, ma il cammino è appena iniziato. E da Tortona, oltre a una sconfitta pesante, resta almeno il sorriso di due giovani – Librizzi e Suigo – che hanno fatto il loro primo passo nel mondo degli azzurri veri.













