SARONNO Un’auto perfettamente attrezzata per supportare una squadra di ladri professionisti, con accorgimenti che solo un principe del crimine come Diabolik avrebbe potuto ideare. E sembra davvero il parto della fantasia di un autore di fumetti la Golf grigia metallizzata intercettata a Saronno dai carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, inseguita a lungo in autostrada per essere poi fermata in A26, a Romagnano Sesia, Novara.
Targa doppia (quella virtuale era stata clonata da una Golf identica) e dentro una plancia doppio fondo dietro la quale erano nascosti tutti gli attrezzi del mestiere, vale a dire il piede di porco, il flessibile con i dischi diamantati, ma anche radio ricetrasmittenti. Non è occasionale la scoperta portata a termine dai militari agli ordini del capitano Massimiliano Corsano, in servizio in borghese al fine di prevenire quei reati di natura predatoria che tanto allarmano i cittadini. E si tratta di un bel colpo quello portato a termine martedì: perché, seppure le tre persone che erano a bordo siano state solo denunciate a piede libero per ricettazione (di alcuni monili trovati a bordo), possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso e girmaldelli, oltre che falso materiale (per la seconda targa clonata), i carabinieri hannno comunque scoperto una banda ben organizzata e soprattutto hanno tolto dalla strada quell’auto (posta sotto sequestro), che rappresenta da sola una centrale del crimine.
A bordo tre piemontesi, italiani, ma nomadi, di 44, 29 e 28 anni, tutti con precedenti specifici alle spalle, uno dei quali era stato arrestato per furto lo scorso anno a Tradate. La macchina è di proprietà della madre di uno di loro. Le loro mosse erano state notate a Saronno dagli uomini del nucleo investigativo in borghese, che li hanno così inseguiti con
un’auto civetta, annotando il numero di targa. Ad un certo punto, in autostrada, la Golf accosta ad un’area di servizio, per ricomparire nello specchietto dell’auto dei carabinieri poco dopo. Ma misteriosamente, la targa è diversa. I militari capiscono che qualcosa non va, e si mettono ad inseguire, chiedendo il supporto della Polstrada con un mezzo con le insegne per fermare quella Golf misteriosa.
Al controllo i tre occupanti ostentano sicurezza: il libretto di circolazione è in regola, la targa coincide, in macchina non vi è altro. Un operante però nota una limetta delle unghie sotto l’aletta parasole: un particolare che ai più non dice granché, ma che ad un occhio allenato come il suo costituisce un indizio importante. Quel pezzo di metallo, infatti, potrebbe essere una vera e propria chiave. Così è: il militare si mette ad armeggiare, finché, inserendolo all’interno della bocchetta del cd, aziona un meccanismo e l’intero blocco centrale della plancia scatta e si apre, come d’incanto, svelando il nascondiglio ricavato nella nicchia dell’airbag lato passeggero, dove si trova di tutto: il piede id porco, il flessibile con prolunga, i dischi diamantati e due grossi cacciaviti. Un altro vano, sotto la luce di cortesia sul tetto, cela la targa clonata, biadesiva, tre ricetrasmittenti – scanner, un foglio con l’elenco completo delle radiofrequenze utilizzate dalle forze dell’ordine in Lombardia.
Franco Tonghini
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