Musei civici di Busto Arsizio, chiusura temporanea dal 7 gennaio 2026 per un grande progetto di rilancio

Al via interventi strutturali, riordino delle collezioni e nuovi percorsi espositivi: lavori stimati in circa un anno, ma il dialogo con il pubblico continuerà

Dal 7 gennaio 2026 le Civiche Raccolte d’Arte di Palazzo Marliani Cicogna e il Museo del Tessile e della Tradizione Industriale entreranno in una fase di chiusura temporanea. Una pausa necessaria per avviare un intervento complessivo di rinnovamento che, per la prima volta dalla nascita dei due musei, interesserà in modo sistematico sia gli edifici sia le collezioni. I tempi di riapertura non sono ancora stati fissati: la durata complessiva del progetto è stimata in circa un anno, anche se l’amministrazione comunale ipotizza che lo stop al pubblico possa tradursi in alcuni mesi effettivi.

Il progetto è stato presentato ufficialmente a Palazzo Gilardoni dal sindaco Emanuele Antonelli e dall’assessore alla Cultura Manuela Maffioli. «Si tratta di un passaggio importante, quasi storico – ha spiegato Maffioli – perché consente di intervenire in maniera strutturata su due istituzioni culturali fondamentali per la città». La prima fase dei lavori sarà affidata direttamente al personale museale e riguarderà le collezioni: analisi delle opere, verifiche conservative, valutazioni su possibili restauri e una riflessione complessiva sui futuri percorsi espositivi. Solo in un secondo momento entreranno in campo gli uffici delle Opere Pubbliche e Agesp per gli interventi sugli edifici.

Gli interventi strutturali comprenderanno l’efficientamento energetico, l’adeguamento degli impianti e il miglioramento dell’accessibilità, con un investimento stimato intorno al milione di euro. «È parte di un programma più ampio di attenzione e cura del patrimonio comunale – ha sottolineato il sindaco Antonelli – che continuerà anche su altri edifici della città».

Nonostante la chiusura, l’amministrazione ha assicurato che il legame con il pubblico non verrà meno. Alcuni spazi resteranno utilizzabili, come le sale gemelle del Museo del Tessile e gli ambienti di “Uno spazio per l’arte” a Palazzo Cicogna. Inoltre, saranno confermati appuntamenti ormai consolidati come M(a)y Fiber, l’Ottobre del Tessile, il Festival Fotografico Europeo, il Busto Foto Contest e le mostre temporanee in collaborazione con la Biblioteca.

Accanto alle attività espositive, si punterà anche a coinvolgere i cittadini nel “dietro le quinte” dei musei. Le curatrici Erika Montedoro e Angela Cerutti hanno anticipato l’intenzione di aprire uno sguardo sul lavoro spesso invisibile che sostiene un museo: dalla revisione degli archivi cartacei e digitali alla documentazione delle opere, fino alla costruzione di un nuovo progetto narrativo per le collezioni.

Un’attenzione che rispecchia l’importanza delle due istituzioni per la comunità. Nel solo 2025 il Museo del Tessile ha superato i 5.000 visitatori, mentre le Civiche Raccolte d’Arte hanno accolto oltre 6.000 persone. Resterà attiva anche la proposta didattica, che nell’ultimo anno ha coinvolto circa 170 classi scolastiche e più di 4.400 partecipanti complessivi, includendo laboratori per adulti. Un modo per trasformare la chiusura in un’occasione di crescita e rilancio, in vista di musei più accessibili, sostenibili e capaci di raccontarsi in modo nuovo.