Gallarate Una serata di dibattito, venerdì al parlamentino rionale di Arnate e Madonna in Campagna, rispetto allo spostamento del gattile – oasi felina, come ha precisato il vicesindaco Paolo Caravati – dal terreno comunale di via Allende. Due gli schieramenti opposti in sala: da un lato Oipa, che gestisce la struttura, con cartelli «Il gattile non si tocca». Dall’altro i residenti, in larga parte di età più anziana, pronti a giurare di «amare gli animali», ma allo stesso tempo di non poterne più
dell’odore «indescrivibile e insopportabile», dei danni fatti alle auto dalle unghie dei felini, e degli squilibri all’ecosistema – dai cadaveri di uccelli al proliferare di insetti. Sono 165 le firme in calce ad una petizione raccolta il 28 novembre dello scorso anno, sottoscritta oggi anche dai 4 consiglieri di opposizione di area Pd – portavoce un battagliero Domenico Del Bene – per chiedere conto della struttura.
Una ventina i volontari presenti, capeggiati da Francesco Faragò, già interlocutore dell’amministrazione al momento dell’apertura dell’oasi. Due gli assessori a testimoniare la bontà delle scelte di palazzo Borghi: Caravati e il delegato ai Lavori pubblici Leonardo Martucci. Mentre Caravati ribadiva la conformità del gattile alla legge regionale 16/2006 e il resoconto di una recente ispezione dell’Arpa, che ne definiva «adeguate» manutenzione e pulizia, Martucci chiosava, con precisa scelta lessicale: «Ogni rione ha le sue rogne».
La serata, animata da insulti personali e minacce di querele tra gli opponenti, si è chiusa con la soluzione, già adottata in casi analoghi dal presidente Franco Ferraris: un monitoraggio attuato da lui stesso, con un consigliere di maggioranza e uno di opposizione. In attesa del trasferimento del gattile, dato per certo da Caravati, in uno spazio concesso dal Parco del Ticino, a compensazione dell’area crennese del monte Diviso.
f.artina
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