CASSANO MAGNAGO Fedeli alle evoluzioni dell’attualità quanto alla tradizione di una Lombardia popolaresca, da cartolina retrò, i Legnanesi di Felice Musazzi non potevano dedicare la loro nuova rivista ad altri temi che non fossero la crisi economica imperante e alla mancanza di lavoro. Nasce così, e debutterà questa sera (per una prima ad inviti) e nei prossimi tre giorni, all’auditorium di Cassano Magnago, «Oh vita… O vita straca…», l’ultima fatica del gruppo di Legnanello, che si appresta a sbancare tutti i botteghini lombardi. Se non avete il biglietto per assistere al debutto, non affannatevi. A Cassano i posti sono esauriti da tempo.
Ma non dovete preoccuparvi, visto che i Legnanesi, da sempre generosi con il pubblico, arriveranno a Varese, al teatro Apollonio, dal prossimo 27 novembre (quest’anno la tappa varesina si sdoppia, con una tre giorni a fine novembre, appunto e una due giorni il 1 e 2 maggio), per poi passare da Legnano, fino al debutto milanese, dal 27 dicembre. In attesa degli sviluppi di una tournée che si annuncia di 120 date almeno, chiediamo qualche anticipazione sui contenuti dello spettacolo ad Antonio Provasio, regista e coautore insieme a Sandra Musazzi, nonché attore che da tempo impersona la mitica Teresa sulla scena.
Provasio, dunque in questa rivista i Legnanesi parlano di crisi economica. In che modo affrontate il delicato tema?
Come sempre ci mettiamo dalla parte della gente comune. Anche la famiglia Colombo e le donne del cortile, come tutte le famiglie piccolo e medio borghesi si trovano a fare i conti con i tagli e le ristrettezze che la crisi impone. Bisogna arrabattarsi e i nostri personaggi ne inventano sempre una nuova per sbarcare il lunario con fantasia.
Da qui, ovviamente, le peripezie di Teresa, Mabilia e di tutti gli altri…Certo. Prima si cercherà di racimolare qualche soldo con un’eredità, poi si partirà nientemeno che per la Russia. In occasione del quarantacinquesimo anniversario di matrimonio tra la Teresa e il Giovanni, lei organizza un
viaggio in Russia per riportare il marito nei luoghi dove fu soldato. Segretamente spera anche che lui ci lasci le penne ma invano…Al ritorno, i protagonisti finiranno persino a fare i secondini nel carcere di San Vittore, dove si imbatteranno nello scandalo delle carceri d’oro.
Chi più ne ha più ne metta e non dimentichiamo la rivista!
Impossibile dimenticarla! E’ il pezzo forte che il pubblico aspetta sempre con ansia. Come sempre, scene e costumi, completamente rinnovati, sono fastosi e in stile Legnanesi. Quest’anno, Enrico Dalceri e il suo gruppo di lavoro si sono superati. C’è una bellissima coreografia ambientata a Mosca e poi un omaggio al varietà e uno all’operetta.
Siete all’inizio di una lunga tournée. Cosa vi aspettate?
Innanzitutto è importante ringraziare il pubblico che anche in una stagione difficile come quella passata, non ci ha fatto mancare l’affetto, con 160mila spettatori. Una grande soddisfazione. Naturalmente speriamo di continuare così e siamo soddisfatti del lavoro compiuto. La nostra ricetta non cambia e credo che gli spettatori saranno ancora felici di vederci a teatro.
v.colombo
© riproduzione riservata