Roma, 28 feb. (Apcom) – Il suicidio del gioielliere Massimo Mastrolorenzi è stato provocato da una “forte depressione seguita al cambiamento dell’atto di imputazione”, passato da eccesso di legittima difesa a duplice omicidio volontario. Ad affermarlo in un’intervista televisiva al Tg1 sono i suoi tre figli. “Papà è cambiato dal 2003. Ha subito un grande trauma con la rapina. Lui credeva molto nella giustizia – ha detto la figlia – e soprattutto negli ultimi tempi il processo
andava nel verso in cui lui non sperava e non si aspettava: non riusciva a capire perché non venisse creduto. A gennaio, quando è stato cambiato l’atto di imputazione, lui è andato in depressione e stava veramente male. Era morto dentro da tanti anni”, ha aggiunto uno dei suoi figli, sottolineando che il suicidio è stato provocato dal fatto che Mastrolorenzi non ha retto “proprio all’ultima accusa di omicidio volontario” che gli è stata mossa dalla magistratura.
Il corpo di Mastrolorenzi è stato ritrovato ieri nella casa di
via di Casalotti, a Roma. Il 64enne, nel 2003, uccise due
rapinatori e il 20 febbraio scorso le accuse mosse dal pm per lui
erano cambiate da eccesso di legittima difesa a duplice omicidio
volontario, invece che eccesso colposo di legittima difesa.
Mastrolorenzi il 9 maggio del 2003, picchiato e legato dai
rapinatori che avevano fatto irruzione nella sua gioielleria in
via Aldo Manuzio, nel quartiere Testaccio. L’uomo riuscì a
liberarsi e sparò cinque colpi di pistola uccidendo Giampaolo
Giampaoli e Roberto Marai.
Cep
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