Delitto di Cocquio, Piccolomo fa ricorso

Cocquio Trevisago Due settimane dopo il fermo e dieci giorni dopo la decisione del giudice di mantenerlo in carcere, Giuseppe Piccolomo passa al contrattacco: il suo legale, Simona Bettiati, deposita oggi il ricorso al Tribunale del riesame di Milano per chiedere di che venga rimesso in libertà. È accusato dal pm Luca Petrucci dell’omicidio di Carla Molinari, l’ex tipografa sgozzata e trovata con le mani mozzate nella villetta di via Dante 23 a Cocquio, lo scorso 5 novembre.

/>«Gli indizi a suo carico sono troppo deboli» afferma l’avvocato Bettiati. «Ho messo per iscritto che ci può essere una spiegazione alternativa ai maggiori elementi indiziali presentati dall’accusa, dai mozziconi ai graffi sulla faccia». Contesta in particolare la testimonianza della donna che lo ha visto raccogliere le cicche al centro commerciale:«È plausibile che chi premedita un omicidio si faccia vedere proprio lì, dove lo conoscono tutti?». E dà una spiegazione diversa dei graffi in volto. «Indizi sui quali vi sono forti dubbi di natura logica. E, in dubio pro reo, dice la locuzione».
Piccolomo, che è stato trasferito nel carcere di Busto Arsizio, ha incontrato venerdì il suo avvocato per concordare la linea difensiva. Il Tribunale del riesame, depositato il ricorso, avrà dieci giorni di tempo per fissare l’udienza e decidere se accogliere la richiesta della difesa, rimettendo in libertà l’indagato. Intanto continuano gli esami sugli abiti di Carla Molinari e sull’auto di Giuseppe Piccolomo, in cerca di tracce del Dna dell’uomo e della vittima. Le mani della donna non sono state ritrovate, così come l’arma da taglio con cui è stata uccisa.

f.artina

© riproduzione riservata