SARONNO La gioia di essere diventato di nuovo padre, il dispiacere di non poter vedere la propria figlia e il dolore di non poter inviare alla famiglia nemmeno pochi euro: sono i contrastanti sentimenti che sta vivendo Dario Pedrotti, il 52enne che dallo scorso ottobre vive per le strade di Saronno. Ormai è allo sbando: l’ex proprietario del bar di via Ramazzotti ha perso anche il lavoro di magazziniere che gli avevano trovato alcuni amici e si ritrova a chiedere l’elemosina per il centro storico. «Sono disperato, non so davvero cosa fare – spiega ancora una volta – ormai dormo all’addiaccio perché, dopo essere stato aggredito da uno straniero, non posso nemmeno più ripararmi nei bagni dell’ospedale. Purtroppo nessuno mi vuole aiutare, e così e io non riesco ad aiutare la mia famiglia».Appena arrivato a Saronno, dopo aver lasciato i 4 figli e moglie incinta a Monastir in Tunisia, Pedrotti si era incatenato al Comune per chiedere l’aiuto dei servizi sociali. «Mi hanno offerto un biglietto per tornare in Tunisia e 300 euro ma io devo pagare un debito di
2.500 euro e non posso tornare a casa senza questi soldi, lo devo alla mia famiglia». Così è iniziato il suo calvario: ha chiesto aiuto ai parenti che ormai non gli aprono nemmeno più la porta. «Mi avevano trovato questo lavoro, ma non avendo un posto in cui dormire ho finito per perderlo perché non riuscivo ad essere puntuale: ho chiesto anche ai dipendenti comunali di fare una colletta per aiutarmi perché sono davvero disperato». Il declino del saronnese continua verso un baratro che sembra senza fine. Ieri mattina ha ricevuto una telefonata da suo figlio: «Mi ha detto che chiamava da parte della mamma – spiega Pedrotti con la voce rotta dal pianto – che mi chiedeva di spedirle almeno 300 euro per le prime spese per la bimba appena nata. Purtroppo io non ho davvero niente neanche i soldi per comprarmi la cena». A Pedrotti non resta altro che rinnovare il suo appello a tutti i passanti e a tutti i saronnesi: «Voglio solo tornare dalla mia famiglia, pagare i miei debiti e rinviare a vivere: aiutatemi!».
e.romano
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