Roma, 13 apr. (Apcom) – Da chi fu sfiorato dall’inchiesta su calciopoli a chi è riuscito ad uscirne indenne, a colui che ha fatto la parte dell’onesto. Sono oltre un centinaio le intercettazioni “dimenticate” di cui i difensori dell’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, chiederanno oggi l’acquisizione ai giudici di Napoli. E coinvolgono nomi vecchi e nuovi del mondo del pallone made in Italy.
Secondo i legali quelle chiaccherate sono il segno che tutti si comportavano in modo molto libero prima della primavera-estate del 2006, del ciclone che ha travolto il calcio di casa nostra. Per l’ufficio dell’accusa, che in questi giorni non ha mai parlato in modo ufficiale, le posizioni di chi non è stato indagato prima e non è imputato oggi, non è da prendere in esame, se non come parte lesa. Vittime del presunto, e all’apparenza sempre meno credibile, “sistema Moggi”.
Oggi è il giorno chiave. L’udienza decisiva annunciata da oltre una settimana. Da quando gli avvocati Maurilio Prioreschi, Paolo Trofino e Paolo Rodella, hanno iniziato a rendere note alcune delle conversazioni che i carabinieri e i pm partenopei poi avevano messo in secondo piano, ritenendole insussistenti. Le accuse di “fare disinformazione”
che è rimbalzata da una parte all’altra dello schieramento, tra meno di 24 ore potrebbero trovare una risposta. Dal punto di vista tecnico-procedurale, gli avvocati Prioreschi-Rodella-Trofino chiederanno l’acquisizione e la trascrizione delle intercettazioni che hanno “scoperto”. I giudici potranno, a quel punto, riservarsi o decidere subito, accogliendo o rigettando l’istanza.
L’ordinanza che è stata emessa all’inizio del processo, quasi un anno fa, potrebbe essere un problema per chi vuole “riscrivere la storia di calciopoli”. Perché i termini per integrare il fascicolo del dibattimento sono di fatto scaduti. Ma quanto è successo in queste ultime settimane è qualcosa – si sottolinea – che nessuno forse prevedere. E per questo è necessaria una presa di posizione originale, coraggiosa. Ed il giudice Maria Teresa Casoria, con gruppo di tifosi juventini su facebook che se ne dichiarano fan, potrebbe decidere di premiare questo tipo di strada.
A livello di dimensioni il dato è semplice – si argomenta -. Lo scandalo del calcio, il libro rosso o nero del pallone italico, di fondo, si fonda su 30mila intercettazioni. Quelle “ritrovate” sono 171mila. E se si escludono i contatti non andati a buon fine e si scremano le conversazioni private o inutili, si stringerebbe su un cerchio di 40mila. Sinora i consulenti scelti dalla difesa di Moggi non le avrebbero nemmeno finite di ascoltare tutte. In ogni caso del “circa migliaio” di cui si vorrebbe chiedere la trascrizione ufficiale si dovrebbe arrivare ad una richiesta di molto inferiore. Necessaria affinchè la domanda venga accettata.
Per la giustizia sportiva, però, oggi ci sarà solo un passaggio. I legali della Figc, che sono parte civile nel processo, non si opporranno alla richiesta della difesa Moggi. Al contempo, qualunque sia la decisione dei giudici ordinari, verranno acquisite dagli inquirenti sportivi, tutte le intercettazioni ritenute “interessanti”. Da lì ad immaginare una “calciopoli lato b” che coinvolga l’Inter, la Roma o chissà quale altra squadra, è tutt’altro paio di maniche. Gli hurrà dei tifosi della Juve su internet sembrano anticipare di troppo la cronaca. E questa deve essere ancora scritta.
Nav
Nav
© riproduzione riservata