Borsano vuole giustizia per Andrea e Stefania

Busto Arsizio Borsano non dimentica la tragedia di via San Pietro. Alle 21 di ieri il teatro Aurora (a pochi metri di distanza dal luogo dell’esplosione che il 3 dicembre ha ucciso Stefania Zhu, 19 anni, e Andrea Rosignoli, 30 anni) in molti hanno assistito alla “lezione” di Giuseppina Menna, primo dirigente della polizia scientifica di Milano, dal titolo «Scena del crimine, gestione dell’evento e soccorso in sicurezza». Tra il pubblico delegazioni di carabinieri, polizia, vigili del fuoco,

personale del 118 e dei comitati locali della Croce Rossa, oltre che volontari della protezione civile. In sintesi tutti coloro che dalle 7.15 di quella mattina gelida hanno lavorato senza sosta per estrarre i corpi rimasti sotto le macerie e mettere in sicurezza la palazzina esplosa a causa di una fuga di gas. Con loro i borsanesi, che quel boato, quelle grida d’aiuto non le dimenticheranno mai.
A quattro mesi di distanza, con gli infissi divelti riparati, «quando passi lì davanti non puoi non dire una preghiera perché non c’è più» spiegano i residenti di via San Pietro. Nel dolore c’è chi invoca giustizia: «Il minimo che io e la mia famiglia possiamo fare in memoria di Andrea è quello di ottenere giustizia per la sua morte – dice Mario Rosignoli, il padre del giovane scomparso nell’esplosione – Giustizia e verità. Chi ha avuto colpa in questa tragedia deve assumersene la responsabilità». Rosignoli accenna all’inchiesta in corso: «Non posso dire nulla – spiega – Non voglio assolutamente intralciare il lavoro dei magistrati. C’è una perizia, noi siamo rappresentati. Chiediamo soltanto di sapere la verità e di mettere i responsabili davanti ai loro errori». La perizia tecnica richiesta dal pubblico ministero dovrebbe già essere stata depositata (mentre quella necroscopica sul cadavere di Rosignoli non sarebbe ancora disponibile): i termini sono scaduti pochi giorni fa. Su eventuali valutazioni vige il massimo riserbo: al momento non è noto, anche perché l’inchiesta è in itinere, cosa abbia causato la fuga di gas.
L’unica certezza è che non si è trattato di una fuga volontariamente causata ma di un fatto accidentale. Parrebbe che il metano sfuggito in via San Pietro, tanto che tutti i residenti avvertendone il forte odore, si sono rivolti ad Agesp segnalando il problema, sia arrivato addirittura a toccare la rete fognaria. Se la tragedia potesse essere in qualche modo evitata al momento non è dato sapere. Nel registro degli indagati sono iscritti i due tecnici Agesp che quella notte intervenirono e il funzionario che parrebbe aver detto loro di rientrare dopo 4 ore di ricerche senza ordinare la chiamata al 115 o la sospensione dell’erogazione del gas in quella zona.
Simona Carnaghi

f.artina

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