Russia/ Parla pilota Canadair: “Così salviamo i boschi di Samara”


Roma, 9 ago. (Apcom)
– Ci sono dodici italiani sul Volga nella regione di Samara, vicino a Togliattigrad; sono i piloti e gli equipaggi degli aerei Canadair inviati da Roma a combattere le fiamme che divorano il patrimonio boschivo della grande Russia in questi giorni terribili. Antonio Urbano, generale di divisione dell’aeronautica, racconta alla Stampa la sua lotta contro il fronte del fuoco.

Comunicazioni, in inglese salvo l’aiuto dell’interprete dal russo. Compito, agire in base alle indicazioni delle autorità locali ogni mattina, pescare acqua dal Volga, sganciarla sui boschi in fiamme, da 20 a 40 “sganci” ogni volo. Per tre voli al giorno di tre ore ciascuno.

Ma sono voli in atmosfera lattiginosa, perchè l’aria è piena di fumo. Il Canadair si immerge a 150 chilometri orari nel grande fiume e carica in pancia 6mila litri prima di riprendere quota. “Ho visto i campi di battaglia dopo gli scontri” racconta Urbano alla Stampa “e lo spettacolo è analogo: quando l’aria si dirada osservo lembi di fumo risalire da più punti”. Quando un punto specifico viene individuato

l’aereo si avvicina, il pilota vede in tutta la sua bellezza la penisola di Samara, raggiunge l’obbiettivo, sgancia l’acqua su uno di quei “bagliori funesti”. Così si ricaccia indietro il fuoco, pezzetto a pezzetto. “Devo combattere contro un incendio devastante” spiega Urbano “ma non ce la faccio a sottrarmi alla suggestione della grande madre Russia, alla memoria delle descrizioni epiche che Tolstoj fa di queste infinite campagne”.

Anche grazie all’intervento dei Canadair, nella regione dove sono impegnati gli italiani la situazione è migliorata ma la lotta continua giorno per giorno. E la Russia soffoca. I morti ufficiali sono oltre 50, Mosca è da giorni sotto una cappa di fumo che rende irrespirabile l’aria della capitale, la gente gira con le mascherine o addirittura con le maschere antigas, e il disastro si estende su una zona sterminata del paese.

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