Pd/ Riappare la Margherita e fa discutere il partito di Bersani


Roma, 6 lug. (Apcom)
– Mentre il centrodestra è alle prese con il passaggio più difficile da quando ha vinto le elezioni nel Pd c’è chi torna ad evocare la Margherita e, per la prima volta dalla fondazione del partito, l’ipotesi di un ‘ritorno al passato’ diventa esplicitamente oggetto di discussione pubblica di cui senz’altro Pier Luigi Bersani avrebbe fatto a meno. E se ex Dl di primo piano come Dario Franceschini e Rosy Bindi stroncano sul nascere il dibattito (“La Margherita è un partito che si è sciolto”) esponenti come Arturo Parisi e Giuseppe Fioroni invitano a non ignorare i problemi che esistono. Ma anche il veltroniano Walter Verini avverte che se è “sbagliata” la “risposta” di una eventuale ‘rianimazione’ della Margherita, bisogna anche chiedersi perché esiste questo “disagio” nel partito.

Tutto nasce con una sortita di Enzo Bianco, presidente dell’assemblea federale della Margherita. L’organismo, di cui fa parte anche Francesco Rutelli che però ha lasciato il Pd, è ancora in vita perché, giuridicamente, il partito esiste ancora, tanto che continua a percepire i rimborsi elettorali della legislatura 2006-2011, che si è interrotta nel 2008 ma per la quale tutti i partiti continuano a ricevere i contributi. Qualche settimana fa l’assemblea federale si era riunita per l’approvazione del bilancio, un adempimento previsto dalla legge. Ma l’incontro era stato anche l’occasione per una riflessione sulla situazione politica. Fioroni, allora, commentò: “Abbiamo parlato del Pd che volevamo…”.

Da allora, sono stati in molti, a cominciare da Parisi, chiedere a Bianco di riconvocare l’assemblea della Margherita. E oggi Bianco ha battuto un colpo, sottolineando che si tratterebbe di una riunione politica, niente a che vedere con le formalità giuridiche: “Ho ricevuto nei giorni scorsi – dice in una nota – alcune richieste per convocare un’Assemblea Federale della Margherita, ‘Democrazia e Libertà’. Si chiede di discutere della situazione politica e del Partito Democratico. Nei prossimi giorni avrò alcuni incontri per valutare dunque l’opportunità di convocare l’Assemblea Federale”. Il problema aggiungono alcuni ex popolari, è che “dopo lo svolgimento dei congressi provinciali e cittadini sta emergendo una dirigenza locale del Pd assolutamente monocolore”, ed è inutile dire che secondo la critica il colore sarebbe il rosso degli ex Ds.

Il primo a commentare è stato Parisi: “Era evidente che il rilievo dei nodi emersi nell’Assemblea della Margherita ci chiedevano di riconsiderarli in un formato più adeguato di quello che ha caratterizzato l’approvazione del bilancio di poche settimane fa. E’ per questo che avevo sollecitato il presidente della Assemblea a riconvocarla”. Certo, precisa, “indietro non si torna”, però “l’assemblea può essere tuttavia una occasione preziosa e importante per valutare assieme, senza calcoli nè pregiudizi, se il ‘nome nuovo’ di Pd corrisponde a quel ‘partito nuovo’ per il quale avevamo alla Margherita dato vita e poi dato morte”.

L’idea viene bocciata da Franceschini: “L’assemblea federale della Margherita non esiste o meglio, viene convocata solo per adempimenti giuridici. La Margherita come soggetto politico non esiste più, non ha senso riunire un organo per una discussione politica all’interno di un partito che non c’è più”. Parole alle quali fanno eco quelle della Bindi: “Abbiamo fatto un congresso per sciogliere la Margherita e dar vita al Partito democratico e solo il Pd è la sede giusta nella quale discutere se il nostro partito sta realizzando il suo progetto. Siamo democratici punto e basta”.

Ma Fioroni avverte: “Non voglio commentare perché non voglio né sottovalutare né snobbare come pretestuosa una vicenda che a me crea preoccupazione”. E Verini sottolinea: “Credo anch’io (come altri esponenti del Pd, ndr) non si debba guardare al passato. Ma se qualcuno dentro il Pd sente il bisogno di farlo, dobbiamo tutti insieme interrogarci sulle cause. Insomma, questa tentazione di guardare al passato rappresenta una risposta sbagliata ad un disagio che esiste. La strada è una sola: riprendere l’ispirazione e il cammino del Partito democratico delle origini che aveva l’ambizione di far sentire a casa propria, in una casa nuova, tutte le culture politiche
riformiste”.

Adm

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