Gallarate: botte sì ma non fu razzismo

GALLARATE Condannato a un anno di carcere Renato Di Giovanni, il gallaratese di 37 anni, arrestato lo scorso 2 ottobre dopo l’aggressione ai danni di 5 cittadini di nazionalità bengalese nel circolo Juventus di Sciarè. Il sostituto procuratore Sabrina Ditaranto gli aveva contestato l’aggravante dell’odio razziale. Aggravante che il collegio presieduto da Tony Novik (Piera Bossi e Maria Greca Zoncu a latere) non ha riconosciuto. In aula i cinque testi sentiti dall’accusa hanno precisato che a pronunciare le frasi razziste al loro indirizzo («Negro di merda tornatene a casa tua»), non fu Di Giovanni ma Emiliano Sparacia, altro trentasettenne gallaratese, a sua volta indagato in concorso che dovrà essere giudicato per gli stessi

reati. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, Di Giovanni quel 2 ottobre raggiunse il circolo Juventus di Sciare per prestare soccorso ad un amico in difficoltà. Amico in seguito identificato in Emiliano Sparacia che si sarebbe sentito minacciato dagli sguardi lanciatigli dal gruppo di cittadini bengalesi presenti nel circolo e pare impegnati in una partita a carte. Sparacia avrebbe chiesto aiuto a Di Giovanni che arrivato sul posto non si sarebbe sottratto alla colluttazione asserendo, però, di essere stato aggredito da uno dei cittadini stranieri. A quel punto Sparacia si sarebbe allontanato, mentre Di Giovanni veniva arrestato dalla polizia che lo aveva anche trovato armato di un manganello con scritta «Boia chi molla».

e.romano

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