VARESE Cinquecento nuovi posti di lavoro a Stabio, in Ticino, a due passi dal confine, in un’area industriale a spiccata vocazione frontaliera vicinissima al valico di Gaggiolo. La notizia, rilanciata in questi giorni dai media ticinesi, trova conferme anche al municipio di Stabio, dove l’ufficialità era attesa da un paio d’anni almeno: il gruppo americano «Vf», multinazionale del tessile titolare di marchi di abbigliamento sportivo e casual anche molto noti (Napapijri, Vans, Wrangler, Lee, Majestic, The North face,
marchio quest’ultimo le cui attività sono state da poco trasferite da Treviso a Lugano), aprirà una nuova sede nel pieno della zona industriale del paese, con un progetto da 40, 50 milioni di franchi svizzeri e, appunto, l’obiettivo di accogliere fino a cinquecento collaboratori e dipendenti.
Si tratterà di un edificio moderno, per il quale è già stata rilasciata una autorizzazione a erigere volumi per 72mila metri cubi, con una lunghezza di 121 metri e larghezza di 50, per un totale di 15mila metri quadrati di superfici su tre livelli. Sarà, nelle intenzioni, una sorta di quartier generale, con uno studio di modelli di moda e con gli uffici amministrativi e dirigenziali per i mercati europeo e asiatico di una corporation, «Vf international» appunto, il cui quartier generale si trova in North Carolina, con 46mila collaboratori in tutto il mondo e un fatturato di sette miliardi di dollari all’anno.
Le premesse, in ottica occupazionale anche frontaliera, sono ottime, se non altro visti i precedenti: al gruppo si deve la recentissima creazione di 150 nuovi posti di lavoro a Lugano, conseguenza del trasferimento delle attività del marchio «The North Face», portate fin qui da Treviso, dove si trovavano precedentemente. Le credenziali del gruppo sono ottime: tanto più che il Ticino vive oggi una fase particolarmente delicata della sua storia economica, con un tasso di disoccupazione più elevato di quello del resto della Svizzera. Nel cantone di lingua italiana lavorano oggi circa 40mila frontalieri, divisi tra le province di Varese e Como, che in termini numerici contano le fette percentualmente maggiori (38% Varese, circa 30 Como).
s.bartolini
© riproduzione riservata