Fiat/ Marchionne: la Fiom ceda o su Pomogliano niente intesa


Milano, 13 giu. (Apcom)
– “La dichiarazione della Fiat è stata chiara”. L’amministratore delegato Sergio Marchionne ha sottolineato così da Venezia come il “sì” all’accordo sullo stabilimento di Pomigliano con quattro sigle sindacali, Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismi e Ugl, Fiom-Cgil esclusa, non sia sufficiente a far partire l’investimento.

“Se i lavoratori non lo vogliono – ha aggiunto – basta che che lo dicano. E’ una esperienza straordinariamente unica, ma con quante entità bisogna trovare l’accordo per dare lavoro a cinquemila persone? Non è mai successo in altri Paesi che si trasferisca la produzione dall’estero”.

Per Sergio Marchionne, per cui lo stabilimento campano può funzionare “massimizzando la produttività e facendoli lavorare con gli orologi svizzeri”, l’intesa raggiunta venerdì è stata comunque “un grandissimo passo avanti. Accettiamolo come tale e andiamo avanti”.

Il “no” della Fiom, che, ribadisce il segretario Cgil Guglielmo Epifani, tratterà il tema lunedì, occupa oggi il dibattito sulle prospettive di Pomigliano e dell’investimento da 700 milioni di Fiat per produrre la Nuova Panda. Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi confida che alla fine “firmeranno tutti” e intanto sottolinea come l’intesa sia “un punto di svolta nelle relazioni industriali” che “vale più di molti incentivi”. Mentre il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia avverte: “non possiamo più aspettare chi guarda sempre indietro”. Una posizione condivisa sul versante sindacale dal segretario dei metalmeccanici della Fim-Cisl Giuseppe Farina, secondo cui l’adesione della Fiom è “una condizione auspicabile dalla quale tuttavia non può più dipendere il futuro dello stabilimento”.

sib

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