A Comerio arrivano i profughi Il sindaco li ospita a casa sua

Silvio Aimetti mantiene la promessa e apre un suo appartamento ai rifugiati. «Il nostro modello? Accogliere in cambio di piccoli lavori. In tanti ci seguono»

– Sono alla fine sette i profughi arrivati a Comerio nelle ultime ore, come annunciato quest’estate dal sindaco che, come promesso nel progetto di accoglienza, ha messo a disposizione un appartamento di sua proprietà in paese. Altrettanto ha fatto un’associazione locale e così il numero dei migranti ospitati nel piccolo paese è salito a sette. Si tratta di giovani ragazzi provenienti dal Ghana e dal Bangladesh, tutti coinvolti nel progetto di accoglienza ideato dal Comune, in collaborazione con la cooperativa “Lotta contro l’emarginazione”, che prevede anche interventi a favore dei disoccupati comeriesi.

Nel corso delle settimane il progetto, che ha fatto notizia anche a livello nazionale al pari delle polemiche che ne sono seguite, ha trovato altri compagni di viaggio locali. «Ho ricevuto la disponibilità della comunità evangelica di Ispra e Varese – racconta il primo cittadino – per supportare questo progetto e in un’ottica ecumenica mi pare sia un fatto molto importante per il nostro territorio».
La comunità protestante, i cui vertici hanno incontrato nelle scorse ore Aimetti, si è offerta di raccogliere del vestiario, cibo e di organizzare anche attività ricreative a favore dei migranti ospiti. «Sono coinvolte anche la parrocchia di Comerio, le associazioni Aveb e San Vincenzo, le scuole del paese e la Caritas» sottolinea Aimetti. L’obiettivo immediato è quello dell’accoglienza visto che i migranti ospiti a Comerio sono appena arrivati, fornendo assistenza e generi di prima necessità. «Vogliamo favorire la loro integrazione nella nostra comunità – prosegue il sindaco – ho già contattato delle ex insegnanti comeriesi in pensione, che mi hanno già dato la loro disponibilità, affinché insegnino agli ospiti l’italiano, visto che non conoscono nemmeno una parola della nostra lingua».

Una volta ambientati e appresa qualche parola di italiano, l’idea del sindaco è quella di coinvolgere i profughi nella vita del paese, per favorirne l’integrazione. «Oltre ad attività culturali e ricreative – spiega Aimetti – pensiamo di proporre loro delle attività di volontariato sul territorio comunale, in particolare per la cura del verde pubblico». Come previsto dal progetto, verrà portata avanti anche la parte riguardante il supporto da fornire ai disoccupati del paese. «Stiamo attivando l’iter per organizzare degli stage lavorativi per nostri concittadini attualmente disoccupati» garantisce il sindaco, che si toglie qualche sassolino dalla scarpa. «Questo progetto non ha nulla di ideologico – dichiara il primo cittadino, che è anche un dirigente provinciale del Pd varesino – ma al contrario si fonda sulla concretezza e sul senso di umanità, facendo seguito all’appello del Papa e sul nostro territorio a quelli del prefetto; non è facile, ma ci vogliamo provare».
Un progetto partito dall’amministrazione comunale, ma che vede impegnati in prima fila anche le comunità religiose cattolica e protestante, oltre ai volontari delle associazioni di Comerio.