A fuoco gli uffici dell’autolavaggio. Seconda volta in due anni: è dolo?

Buguggiate - Le fiamme avrebbe avuto origine all’interno della struttura da due diversi punti di innesco

– Fiamme nella notte: a fuoco gli uffici dell’autolavaggio lungo la provinciale che attraversa Buguggiate. Sul rogo insiste l’ombra del dolo. È il secondo strano incendio che colpisce il distributore in due anni. L’allarme è scattato poco dopo le 22 di venerdì sera. A chiamare i soccorsi sono stati degli automobilisti di passaggio: impossibile non vedere le fiamme che avvolgevano la piccola struttura in mattoni utilizzata come ufficio dal gestore dell’area di servizio. Sul posto sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco del comando provinciale di Varese con un’autobotte

e un’autopompa. I pompieri hanno lavorato senza sosta. Il fuoco doveva essere fermato prima che raggiungesse l’impianto utilizzato per la pulizia delle vetture: i danni altrimenti sarebbero stati molto più ingenti. I vigili del fuoco hanno circoscritto il rogo prima che la situazione precipitasse. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Azzate che hanno dato il via alle indagini. Il rogo è molto sospetto. Non c’è ancora l’ufficialità delle cause ma è quasi certo che le fiamme abbiano natura dolosa. Qualcuno avrebbe appiccato l’incendio che ha causato gravi danni alla struttura utilizzata come ufficio dal gestore. Dettaglio non di poco rilievo: le fiamme avrebbe avuto origine dall’interno della struttura da due diversi punti di innesco. Difficile, dunque, ipotizzare che possa essersi trattato di un cortocircuito. Ancora più difficile ricordando che due anni fa, nel 2014, la piazzola per il lavaggio auto era stata teatro di un fatto identico. In relazione all’incendio divampato nel 2014 non ci sono dubbi: in quell’occasione il dolo fu accertato. Alla luce di questo quanto accaduto l’altro ieri notte appare molto sospetto. Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. Il gestore dell’autolavaggio non avrebbe fornito elementi utili all’inchiesta. Nel senso che non avrebbe indicato clienti, concorrenti, nemici particolari che possano aver compiuto un atto simile. Lo stesso gestore ha escluso di aver subito minacce o intimidazioni da parte di terzi. La speranza adesso è riposta nelle telecamere. Si cerca in zona se ve ne siano di utili. Un obbiettivo che possa aver ripreso il o i piromani in azione. O magari l’auto o il mezzo di trasporto utilizzato per raggiungere il distributore. Si cerca insomma un indizio da controllare qualora l’ipotesi dolosa, al momento la più accreditata, venga confermata ufficialmente. La struttura utilizzata come ufficio dal gestore è al momento inagibile. I danni sono ingenti soprattutto all’interno.