A Lisanza fu “naufragio”? Mentre continuano le ricerche per recuperare i rottami della “Goduria” indaga ora la magistratura

Lisanza, in atto le operazioni di recupero della “Gooduria”, affondata la era di domenica 28 maggio (una immagine dei Vigili del Fuoco durante il coordinamento nelle operazioni di recupero)

SESTO CALENDE – Proseguono le ricerche per recuperare i rottami dell’imbarcazione inabissatasi a 16 metri di profondità nei fondali del Lago Maggiore nei pressi di Lisanza, frazione di Sesto Calende, a seguito della tragedia di domenica sera, 28 maggio, con squadre specializzate di sommozzatori dei Vigili del Fuoco dei nuclei di Milano e Torino, che stanno utilizzando palloni di sollevamento. Lo step successivo, quando l’imbarcazione sarà riportata a galla, sarà quello di trainarla a riva. Assieme a loro stanno collaborando anche i Carabinieri subacquei. Nel frattempo la procura di Busto Arsizio ha aperto un fascicolo contro ignoti e indaga per l’ipotesi di reato di “naufragio”. Ricordiamo che l’incidente ha visto quattro morti e vari feriti.

Del resto pare che le stesse condizioni di sicurezza non fossero state garantite, dal momento che a bordo risultavano 25 persone con i due membri dell’equipaggio, ma che l’imbarcazione fosse omologata a portare fino a un massino di 15 persone. Sentito nel frattempo stamane, martedì 30 maggio, lo skipper Claudio Carminati, per il quale pare sia già pronto un inevitabile avviso di garanzia. Fonti vicine all’indagine lo dicono provato emotivamente, ma non era difficile immaginarlo.