Allora signora, questo ragazzo qui?». Il nostro Francesco Caielli incomincia con queste parole il nuovo «caffè al Cuor di Sasso» con Luca Alfano che ospita oggi mamma Maria. Bella e forte come il sole di Napoli. Lei è nata a Gragnano, che è conosciuta in tutto il mondo come la «Città della pasta». Quella vera e buona per il sapore del vento e del mare che la rende unica e inimitabile.
La prima domanda che arriva a Maria Cascone in Alfano è esplicita: «Chi è Luca Alfano?». «O Madonna mia – risponde mamma – ma che mi chiedete? Pensate che io ho conosciuto mio figlio attraverso la malattia e quel libro che ha scritto per scavare nel suo profondo. Quanta forza, quanta grinta che c’ha…». Luca ribatte pensando al futuro e lanciando questo messaggio a Caielli: «E adesso ho in mente il mio secondo libro e tu Francesco mi devi dare una mano». «Va bene – risponde il giornalista – scriveremo la seconda puntata della tua vita».
La prima puntata invece è nota anche se non tutto è stato detto e mamma Maria ricorda: «I primi sintomi della malattia mio figlio li ha avuto intorno agli 11 e 12 anni. L’orticaria dietro alla schiena, i ponfi e altre manifestazioni cutanee… Quante cose abbiamo passato. Poi l’emorragia polmonare che Luca racconta nel suo libro». Gli esordi della «bastarda» – come la chiama Alfano – sono stati vari e vaghi e i medici non riuscivano a raccapezzarsi, come dice Maria: «Quanti viaggi a vuoto, quante risposte diverse, quanta sofferenza per la superficialità di chi non sempre ci ha visto giusto». La malattia di Luca non ha ancora un nome: «Parlano di sospetta di Ehlers-Danlos ma dicono sospetta. Fatto sta che se vado a rivedere le foto di mio figlio quando era piccolo sto male. Luca poi da bambino non l’ha capito nessuno: né le maestre d’asilo e pensate che anch’io lavoravo alla scuola materna Gianni Rodari. Né le maestre delle elementari. Né il parroco. E il ragazzo rimuginava dentro».
L’unica passione che lo tirava su era il calcio: «Giocava nell’Azzate e adesso mio figlio soffre troppo per le sue gambe. Andrei sulla luna se potessi toglierlo dalla carrozzina. Sapeste che cosa stiamo passando». Lunedì 9 novembre, mamma Maria compirà 74 anni: «Il mio regalo più bello ve lo potete immaginare:gli darei le mie gambe». Luca sorride
capendo a che cosa si riferisce sua madre a cui chiede di svelare l’aneddoto sulla sua nascita: «Sono nata il 9 novembre ma papà mi ha registrato il 16 novembre: non aveva tempo prima perché era impegnato con il suo lavoro. Faceva il contadino ed era in montagna per raccogliere le foglie da dare alle sue mucche».
Mamma Maria è solida come una roccia e nessuno la ferma: «Sono andata da sola all’Esposizione Universale. Stare da soli a volte può essere rilassante». Ma il pensiero è sempre per Luca: «Come andrà a finire? Questa è la mia preoccupazione: il futuro di mio figlio. Sono religiosa praticante e la fede mi aiuta molto. Ogni giorno prego per mio figlio e lo metto nelle mani di Dio». La fede è nata negli otto anni trascorsi in un convento a studiare dalle suore: «Ero a Roma e mi sono diplomata. Poi sono arrivata a Varese. L’anno prossimo festeggerò i trent’anni di matrimonio. Mi sono sposata nel 1976, Luca è nato nel 1977».
Il discorso ritorna su Luca: «Ha rischiato tante volte di morire. A otto anni è stato ricoverato a Castellammare di Stabia per una setticemia. Ne abbiamo passate tantissime. Spaventi e preoccupazioni ma quest’anno le cose stanno andando bene».
Poi mamma Maria si volge verso il figlio, accarezzandole le mani ed esclamando: «Ma come sono fredde». Le premure di una madre verso il proprio figlio non finiscono qui: «Quando va allo stadio ho sempre paura che prenda freddo. Deve portare sempre i pantaloni pesanti. Il Varese me l’ha salvato».
La squadra biancorossa è diventata un’ancora di salvezza per Luca, tifoso anche del Napoli. E se tornasse la sfida fra Varese e Napoli? Mamma Maria non ha dubbi, rivolgendosi al suo cocco: «Tiferesti Varese: ti ha aiutato tanto e giocatori e allenatori ti hanno sempre voluto tanto bene. Angelo Rea ha dormito nel tuo letto».
All’incontro è presente anche Eugenio Piccolo, noto avvocato varesino e uomo di fede che non fa mancare le sue domande: «Lei, signora Maria, ha detto che ha conosciuto suo figlio nella malattia. C’è anche qualcosa di lei che non conosceva e che ha scoperto dopo la malattia di Luca?». «Sono cresciuta, mi sono rimboccata le maniche. Prima non sapevo leggere le analisi. Poi mi sono data da fare. Io la vita non me la sono goduta. Abbiamo passato insieme tante sofferenze, sballottati da un ambulatorio all’altro. Qualcuno può dire: “Perché Dio non guarda giù?”. In realtà ci vede benissimo, siamo noi che non sappiamo guardare bene in alto».
Maria è stata madre esemplare: «Non sono permissiva. Io ho le idee chiare e non mi faccio trascinare da idee campate per aria. No, no, no».
Anche il nostro fotografo Enrico Scaringi interviene: «Qual è la foto che si porta nel cuore di Luca?». Quella di quando aveva 13 o 14 mesi ed era sulla spiaggia con la chitarra e una collana hawaiana. Ce n’è un’altra molto bella: da ragazzetto in jeans a Posillipo, dai parenti». Si chiude in sorriso l’incontro al Cuor di Sasso anche perché a rendere frizzante l’atmosfera ci pensa Teo, Super Sexi Comico. Il suo sogno è di andare a Italia’s got talent e tutte le volte che viene ai caffè di Luca Alfano porta sempre con sé pacchetti di brutti e buoni. Un pensiero gentile, questa volta rivolto a una mamma straordinaria dal nome impegnativo: Maria.