A Roma sedici nozze gay I vescovi: inaccettabile

Insorge Alfano: nessun valore, solo un autografo. Il prefetto minaccia: annullerò. Forza Italia attacca, muro del Pd. Il premier: legge sulle unioni sul modello tedesco

Marino registra le prime nozze gay, celebrate all’estero nei Paesi che lo prevedono. Un gesto simbolico, comunque uno choc che scatena una selva di reazioni. «Un giorno normale, per il diritto all’amore», si giustifica Ignazio Marino nel giorno in cui registra sedici matrimoni omosessuali.
Il prefetto Giuseppe Pecoraro ammonisce: «Cancelli le trascrizioni o ci sarà l’annullamento», come disposto dal ministro Alfano. «Una scelta ideologica», «un affronto istituzionale senza precedenti», «una mistificazione sostenuta a livello mediatico e politico»,

attacca la diocesi di Roma. «Una arbitraria presunzione», secondo la Conferenza episcopale italiana (Cei), «inaccettabile», per di più «proprio a Roma in questi giorni» di Sinodo della famiglia.
«La firma di Marino non può sostituire la legge – commenta Alfano – ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie». Marilena e Laura sono state la prima coppia ad essere «riconosciuta» dal sindaco di Roma, tra gli applausi di parenti e amici nella sala del Campidoglio. Felici le sedici coppie omosessuali – e una con un transessuale – che hanno visto registrata la propria unione.
La decisione di Marino fa riesplodere il dibattito sui diritti degli omosessuali, tra cui quello di sposarsi. Le proteste arrivano fin sotto il Campidoglio, dove una settantina di militanti di destra sono stati bloccati dalle Forze dell’ordine prima che raggiungano Palazzo Senatorio, tra slogan di «buffone» e «vergogna».
Gli organizzatori vengono denunciati per manifestazione non autorizzata. Ma anche tra i politici i toni sono durissimi. E le divisioni attraversano la maggioranza del premier Matteo Renzi. Gli epiteti nei confronti del sindaco di Roma vanno dal «bandito che va rimosso» del senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia) al «fuorilegge» della deputata Ncd Barbara Saltamartini. Il sottosegretario Ivan Scalfarotto, gay dichiarato, critica invece l’alleato Alfano: «Invece di fare circolari repressive farebbe bene ad aderire all’intenzione di Renzi di fare una legge di stampo europeo sulle unioni civili». «La posizione di Alfano non è quella del governo», dice l’eurodeputata Pd, Pina Picierno. Per il leader di Sel, Nichi Vendola, «anche sul Campidoglio soffia il vento pulito dei diritti di libertà». Nel centrodestra le sfumature sono diverse. Per Mara Carfagna di FI, ex ministro Pari opportunità, «Marino getta benzina sul fuoco». Lui, Marino, si limita a dire: «Difenderò la mia scelta fino in fondo». Intanto nel dibattito s’inserisce il premier: «Pronto a una legge che riconosca le unioni gay sulla falsariga di quella tedesca».