A Sesto Calende sarà il Prefetto a decidere dove sorgerà la Moschea, ecco la decisione del Tribunale

SESTO CALENDE – La lunga battaglia amministrativa e giudiziaria tra l’amministrazione comunale di Sesto Calende e la comunità islamica locale non è terminata. Dopo ben cinque sentenze del TAR Lombardia che accoglievano il ricorso dell’associazione islamica ticinese per individuare un terreno dove costruire una moschea, e vista la non decisione adottata dal Comune, il Tribunale ha nominato il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello commissario ad acta per adempiere a quanto deciso nelle sentenze.

La legge prevede infatti che, qualora un Ente Locale non disbrighi un’attività sul quale ha competenza, a maggior ragione se un’eventuale controversia in merito, legale o amministrativa, è stata risolta in sede giudiziaria, in sostituzione del Sindaco o del Consiglio Comunale si debba nominare un commissario ad hoc che esegua in prima persona gli atti necessari a sbloccare la situazione.

La palla passa quindi ora al Prefetto, che dovrà riavviare l’istruttoria per esaminare la domanda presentata dall’Associazione Islamica Ticinese ormai più di dieci anni fa e decidere quale luogo sia il più adatto per ospitare il luogo di culto in oggetto. Nel termine di sessanta giorni dalla richiesta, arriverà la risposta.

La nomina del Commissario arriva dopo l’ultima parte di questa vicenda, ovvero il voto contrario della maggioranza in Consiglio Comunale alla proposta del Sindaco Giovanni Buzzi di destinare alla costruzione del luogo di culto un’area sita in Via delle Industrie. La bocciatura in Consiglio Comunale arrivò dopo che il Sindaco stesso aveva parlato di quella soluzione come la migliore tra quelle possibili, per mettere la parola fine alla decennale polemica. Ciononostante, la maggioranza votò in modo contrario, e la situazione è rimasta bloccata fino ad ora. Cosa deciderà adesso il Commissario sarà da capire: sceglierà l’area bocciata dal Consiglio o esaminerà altri luoghi sulle rive del Ticino? Una cosa è certa: qualsiasi sia la scelta definitiva sul dove collocare la moschea, il Comune ormai non potrà far altro che prenderne atto passivamente, in una situazione grottesca che forse poteva essere sbrogliata meglio nel corso degli anni precedenti.