«A volte siamo troppo rinunciatari»

La bandiera biancorossa Paolo Conti cerca di analizzare il difficile momento dell’Openjobmetis

Le difficoltà sono sotto gli occhi di tutti, i risultati non arrivano e la pazienza dei tifosi è al limite, o forse lo stesso limite è già stato valicato.

Dominique Johnson è sbarcato ieri sera a Malpensa e contribuirà a cercare di risollevare le sorti biancorosse. Intanto la squadra è tornata a faticare in palestra e noi abbiamo cercato di capire in maniera più dettagliata i motivi di questa crisi.

Ne abbiamo parlato con Paolo Conti, bandiera biancorossa ed assistente di coach Moretti, analizzando innanzitutto i problemi attuali.

«Credo che la nostra situazione attuale sia stata causata da una concatenazione di diversi problemi. Abbiamo faticato un po’ perché all’inizio c’erano dei giocatori che avevano bisogno di più tempo per recuperare da infortuni e problematiche fisiche. Nei ragazzi poi è venuta meno la fiducia, che per un giocatore a livello psicologico è la cosa fondamentale.

Al di là di un nuovo giocatore, credo che molte partite siano state perse proprio per atteggiamento rinunciatario. Non siamo riusciti ancora a svoltare, anche perché in Europa ci siamo scontrati con una fisicità maggiore che ha messo a nudo ed evidenziato le nostre lacune».

La parabola di questa Openjobmetis ha influenzato anche Melvin Johnson, partito con buone prestazioni e poi caduto in una involuzione che ha portato fino al taglio imminente: «Soprattutto con i ragazzi giovani che arrivano dal college, bisogna avere un po’ di pazienza e concedere degli errori.

Purtroppo lui è entrato in un vortice negativo ed il fatto che la squadra non stesse girando bene non lo ha di certo aiutato. Un rendimento della squadra più costante potrebbe anche sopperire agli errori di un rookie, come succede a Brindisi con Moore. Purtroppo Melvin non è riuscito a trovare le giuste condizioni per potersi esprimere con fiducia e poter anche sbagliare».

Cosa può cambiare ora con l’arrivo di Dominique Johnson? «È un ragazzo che può portare in primis positività, perché in genere un nuovo innesto garantisce sempre adrenalina al gruppo. Non mi voglio sbilanciare, però per caratteristiche potrebbe garantirci più opzioni offensivi e anche punti certi, che possono cambiare gli equilibri».

Con la crescita di condizione di Maynor, ci si attendeva che la squadra riuscisse ad ingranare qualche marcia in più. Per ora non è accaduto: «Eric ha ripreso fiducia con il suo fisico ed ora si trova molto meglio. Questo può portare una ventata di positività nel gruppo, perché lui ha in mano molte chiavi del nostro attacco e del nostro gioco.

Il suo aver ritrovato fiducia è fondamentale per la squadra, secondo me cresceremo tutti con lui». Intanto, fin dall’inizio della stagione, Pelle ed Avramovic non si sono tirati indietro nell’elogiare proprio Paolo Conti, con cui entrambi svolgono spesso e volentieri del lavoro individuale per migliorare nei fondamentali.

«La mia più grossa soddisfazione di quest’anno è la possibilità di lavorare con questi due ragazzi. Non vedo mai passi indietro, vedo voglia di migliorare ed un approccio positivo. Sapere che anche loro apprezzano è un motivo di grande gioia. Aleksa è un caldo, una faccia tosta, a volte anche sopra le righe ma è la sua forza.

Spesso mi scrive messaggi, mi chiede di arrivare prima all’allenamento o di fermarmi con lui dopo la seduta. Ha voglia di emergere, mi rivedo in lui. Lo stesso Norvel, che è più introverso, è un ragazzo con grande voglia di migliorare».