Sunto dal bollettino del lunedì (la tempesta è in corso, ma siamo vivi e riceviamo forte e chiaro). Punto primo: la società c’è e nessuno si nasconde. Punto secondo: la sconfitta di Pistoia è stata grave e poco comprensibile, ma le occasioni per poterla riconsiderare come una brutta parentesi non mancheranno, a partire da oggi. Punto terzo: in piazza Monte Grappa nessuno farà
colpi di testa, perché lì risiede finalmente una struttura solida e in grado di trasmettere stabilità alla squadra. Punto quarto: non si farà ricorso al mercato, almeno a breve termine, perché le scelte fatte tra luglio ed agosto sono state pienamente condivise e non vi è alcuna intenzione di sconfessarle alla prima (o seconda) difficoltà. Firmato Fabrizio Fiorini, amministratore delegato della Pallacanestro Varese.
È lui a parlare a nome di tutti dopo il freddo polare (-33) accusato in Toscana, temperatura simile a quella di Klaipeda (-34) ma più dura da sopportare sulla pelle, un po’ come quando al gelo del termometro si aggiunge anche l’umidità. Se la domenica sera, comunque vada la partita in programma, le voci da raccogliere a caldo sono – da che mondo e mondo – quelle di allenatore e giocatori, contesto diverso si apre al lunedì, in particolare dopo due pesanti sconfitte in serie come quelle di cui sono stati protagonisti Maynor e compagni. Nel primo giorno della settimana si sente infatti il bisogno di ascoltare qualcuno che faccia il punto dall’alto, dall’esterno del parquet, si sente il bisogno di una figura che – se è il caso – ritracci la via, apparentemente o realmente smarrita.
Come da bollettino, comma uno: nessuno, qui, si nasconde. Con Coldebella in Legabasket e il presidente Vittorelli assente per altri impegni, l’onere se lo assume l’uomo cui il consiglio di amministrazione biancorosso ha dato le deleghe, persona rispettosa delle competenze di ciascuno e quindi non avvezza ai giudizi tecnici, ma non certo sprovveduta davanti all’esigenza di prendere posizione di fronte a un ambiente piuttosto preoccupato.
E sia: «Inizio col dire che se alla sconfitta in Lituania avevo personalmente fornito parecchi alibi, per le difficoltà logistiche incontrate nella trasferta e le qualità degli avversari, il crollo di Pistoia non me lo aspettavo davvero – attacca Fiorini – Perdere di 30 punti o di un punto solo non cambia nulla nella sostanza: un passivo del genere, però, è uno smacco a livello morale. E non fa per nulla piacere. Detto questo sono contento che domani (oggi ndr) si torni subito in campo, così come del fatto che domenica ci attenda Avellino: sarà un’altra settimana difficile, ma servirà a dirci se abbiamo davvero gli attributi per reagire oppure se ci sono veri problemi da prendere in considerazione. La possibilità per dimostrare che Pistoia è stata solo una brutta parentesi non mancano, insomma».
L’ad corrobora il suo pensiero: «Ci sta che il tifoso ragioni di pancia, ma ci sta anche che la società non faccia colpi di testa in una situazione in cui, in buona sostanza, ci manca solo una vittoria in campionato. Abbiamo finalmente un progetto da portare a termine e per la prima volta giocatori e allenatore sotto contratto per più anni, professionisti nei quali crediamo. L’anno scorso, di questi tempi, avevamo grossi dubbi praticamente su tutta la squadra. Quest’anno, invece, il rendimento più discontinuo sta arrivando da atleti sui quali personalmente metto la mano sul fuoco. Anosike e Maynor non vanno bene? Diamo loro tranquillità e vedrete che verranno fuori. Noi, come società, cercheremo di dare tutta la stabilità possibile a questa squadra».
Le parole non tendono a nascondere l’evidenza: la Varese delle ultime due settimane ha prima giocato male e vinto, poi giocato male, perso clamorosamente e smesso di reagire. Non esattamente una parabola da “stai sereno”… «Senza dubbio dobbiamo trovare il modo per giocare meglio e creare una diversa amalgama tecnica all’interno del gruppo – continua colui che è anche vicepresidente di Varese nel Cuore – È compito di coach Moretti farlo e sono sicuro che abbia già trovato le chiavi adeguate per cambiare passo. La cosa più importante, però, sarà imparare a reagire dopo le partite negative: al ritorno da Klaipeda l’unico che ci è riuscito è stato capitan Cavaliero, gli altri – invece – sono affondati. E allora che si prenda esempio da lui, compattandosi davanti alle critiche e alle difficoltà come successe l’anno scorso con il celeberrimo “carro”».
L’inno alla fiducia, non cieca – e quindi stupida – ma quella che dimostra il coraggio della propria coscienza, si chiude con un assolo che lo riassume dall’inizio alla fine. Sentite la risposta a questa domanda: la società sta per caso valutando di ricorrere al mercato? «No e non ne vedrei nemmeno il motivo. La squadra che va in campo quest’anno è stata costruita completamente sull’asse Moretti-Coldebella e mi stupirei sinceramente se idee talmente condivise venissero sconfessate così presto».