Aveva lasciato la propria residenza a Varese il clochard trovato morto in via Zoaglio a Milano l’altro ieri notte. Gli inquirenti hanno impiegato alcune ore per la sua identificazione. Alla fine il triste responso: si tratta di un immigrato romeno di 48 anni le cui generalità vengono tenute celate a causa delle difficoltà di rintracciarne i familiari per comunicare loro la notizia del decesso. Il clochard era arrivato in Italia nel 2010 in cerca di opportunità di lavoro.
A Varese era arrivato appoggiandosi ad alcuni conoscenti: un alloggio per i primi tempi, un posto da dove iniziare ad organizzarsi. Dal 2011 si era spostato in provincia di Milano puntando direttamente al capoluogo lombardo convinto, a quanto pare, di aver maggiori opportunità.
L’avventura era andata male e il romeno era diventato un volto noto tra i dormitori milanesi. In via Aldini, non lontano da via Zoaglio ha sede il dormitorio per senza tetto dove, dal novembre scorso, l’immigrato si appoggiava con regolarità: per l’identificazione è stato fondamentale il contributo degli operatori della Fondazione Progetto Arca che gestisce la struttura.
Le cause del decesso saranno stabilite dall’autopsia: Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano ha escluso, sulla base delle prime valutazione, che ad uccidere l’uomo sia stato il gelo. Probabile il malore, forse mentre il clochard si stava avviando al dormitorio. A Varese la sua presenza è stata invece molto discreta: l’uomo non era noto ai Servizi sociali ai quali non si è mai rivolto per chiedere aiuto o sostegno. Forse perché nella Città Giardino era all’inizio di quella che aveva immaginato come una nuova vita.
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