Potrebbe cambiare radicalmente il percorso di ingresso negli Stati Uniti per i viaggiatori dei Paesi che aderiscono al Visa Waiver Program, tra cui l’Italia. Una nuova proposta dello U.S. Customs and Border Protection, depositata nel Federal Register, prevede che per ottenere l’autorizzazione Esta vengano forniti dati personali molto più dettagliati, incluso l’elenco degli account social utilizzati negli ultimi cinque anni.
Secondo l’ipotesi di riforma, oltre ai profili social i richiedenti potrebbero dover dichiarare anche gli indirizzi email dell’ultimo decennio e i dati anagrafici completi dei familiari di primo grado. L’iniziativa arriva in un contesto già segnato da controlli più stringenti sui visti per lavoro o studio e coincide con l’annuncio di una nuova tariffa, il “visa integrity fee” da 250 dollari, che però non riguarderà chi entra con il Visa Waiver.
Le associazioni del turismo hanno espresso forte preoccupazione: temono un calo dei flussi verso gli Stati Uniti e criticano la mancanza di consultazione preventiva con gli operatori del settore. La proposta viene definita una vera “escalation” nei controlli sui viaggiatori.
Preoccupazioni arrivano anche dagli esperti di immigrazione e attrici della difesa dei diritti digitali. Secondo lo studio legale Fragomen, la novità segnerebbe un “cambiamento di paradigma” nell’uso dei dati online da parte del governo, aprendo la strada a valutazioni discrezionali basate su ciò che gli utenti pubblicano. Per l’Electronic Frontier Foundation, invece, la misura potrebbe compromettere la libertà di espressione senza garantire maggiore sicurezza.
La C.B.P. ha avviato una finestra di 60 giorni per la presentazione di osservazioni pubbliche. Se approvata, la riforma potrebbe entrare in vigore in modo graduale, con tempi più lunghi per l’esame delle richieste e un aumento dei controlli approfonditi. Per il momento, l’agenzia non ha rilasciato commenti ufficiali.













