Accusata dell’omicidio del marito «Sto meglio in carcere che con lui»

Lo sfogo di Roberta Gasperini, la casoratese in prigione per il delitto di Pietro Girardi. Il legale: «Ha subìto violenze fisiche e psicologiche, adesso è abbastanza tranquilla»

– «Sto meglio adesso in carcere che prima quando stavo a casa con lui». E’ la confessione choc che, la donna di 44 anni di Casorate Sempione, accusata dell’omicidio del marito,, ha rivolto negli ultimi giorni al suo avvocato, del foro di Verbania. Una rivelazione sintomatica del clima nel quale avrebbe convissuto prima della tragedia avvenuta lo scorso mese di settembre, quando nella zona di Alghero in Sardegna, dove si erano recati per un periodo di vacanza,

fu ritrovato senza vita il corpo del compagno. Una vicenda assurda sulla quale molti aspetti devono ancora essere chiariti.
«In questo momento – spiega l’avvocato di Verbania – la signora Gasperini è abbastanza tranquilla. Si trova ancora in carcere in Sardegna e siamo in attesa di avere informazioni rispetto alla chiusura delle indagini preliminare». Intanto la donna, accusata dell’efferato delitto, resta dietro le sbarre. In Sardegna ha trascorso il Natale e l’inizio del nuovo anno, ma a far discutere è il suo stato d’animo.

La difesa è a caccia di attenuanti per l’omicidio del quale la donna si sarebbe macchiata, per il quale avrebbe già esplicitato parziali ammissioni sulle proprie responsabilità, ma resta da capire il quadro nel quale il delitto è avvenuto. L’avvocato di Verbania di recente è stato in Sardegna per capire anche lo stato d’animo della signora e per tenerla aggiornata sui passi che verranno compiuti da qui in avanti. «Come ho già detto in passato – sottolinea il legale – la signora è stata sottoposta a violenze fisiche e psicologiche. Il quadro è di grande sofferenza». La vicenda è nota: lo scorso mese di settembre, forse dopo l’ennesima lite tra le mura domestiche, la donna colpì Girardi con tre coltellate mentre si trovava nel letto per il riposo pomeridiano.

Ma questo aspetto della dinamica è ancora tutto da definire. Per lui non ci fu nulla da fare. I soccorsi furono chiamati dalla figlia ventiduenne. Nel giro di pochissimo tempo, Roberta Gasperini fu arrestata con l’accusa di omicidio. Nelle settimane successive si assunse le responsabilità del delitto: espresse dispiacere per la tragica scomparsa del compagno, ma nel contempo disse anche che il suo incubo era finito e che non aveva più paura. Adesso ha addirittura aggiunto che la prigione è meglio dell’inferno nel quale era piombata negli ultimi tempi vissuti da cittadina libera. «Non so – dice l’avvocato difensore – se qualche familiare del signor Girardi l’abbia contattata in qualche modo in carcere. Ma il legame con la figlia è rimasto molto solido. Ancora oggi sono molto unite».