Acea Roma – Openjobmetis Varese: le pagelle dei biancorossi

Alberto Coriele dà i voti ai ragazzi di coach Pozzecco dopo la sconfitta contro l’Acea Roma

La sua prestazione rispecchia alla perfezione Varese. Primi venti minuti di dinamite pura. 19 punti su 52, dominio assoluto sul parquet. Poi la spia della riserva si accende, cala lui e cala Varese: 6 punti nel secondo tempo, 26 di squadra. Scompare appena gli avversari gli prendono le misure e si fa notare solo per i falli, tra cui un tecnico per simulazione. Non può prendersi Varese sulle spalle da solo.

Fa un fiore e poi lo strappa dal prato. Si guadagna dei rimbalzi dal nulla, poi dilapida sbagliando in lunetta. Lavora nell’ombra, è una formichina. Ma sbaglia tanto e stavolta non si salva.

5,5

Parte a singhiozzo in fase realizzativa, ma fa sentire la sua presenza in difesa con una stoppata imponente. Pian piano ingrana, e partecipa al bombardamento a fine secondo periodo. Punti e schiacciate, una decisa prova di forza che sembra quasi riportarci indietro il Daniel visto contro Cantù. Nel finale commette un fallo sanguinoso su Morgan. Discontinuo: non è una novità.

Si butta dentro a testa bassa fin dal primo minuto, perforando a piacimento la difesa romana. Sembra meno confusionario delle ultime uscite. Poi suona il violino quando il Titanic affonda, senza essere più un fattore. Quattro palle perse, non prende Varese per mano come si chiederebbe ad un capitano.

Purtroppo non è lo stesso giocatore straripante ammirato nelle ultime partite. A referto sei punti, ma non gli concedono mai l’arresto e tiro. Soffre, prova a scuotersi e a rimettere la squadra in riga nel finale, con una bomba ed una difesa perfetta, ma non basta. Serviva e non c’è stato, nemmeno sul più bello.

Prende una botta che potrebbe metterlo ko, ma rientra sul parquet e infila triple a ripetizione. Non è il suo cavallo di battaglia, ma si rifà degli errori pesanti contro Trento. Si trova da solo a combattere contro i mulini a vento nel finale.

Si presenta con due assist, poi piazza una zingarata in contropiede e una tripla. Ci era tanto mancato, perlomeno fino a quando non ha cominciato a sbagliare cose semplici anche lui.

Solo tre minuti in campo, ma capisce subito qual è lo spirito giusto. Lotta con le unghie e con i denti per strappare un rimbalzo. Poi si siede. Lo spazio per lui è destinato a diminuire ulteriormente.