Acerbi rischia squalifica: domani incontro in procura dopo accuse di razzismo

Il giudice sportivo richiede ulteriori indagini per chiarire le accuse tra il difensore dell'Inter e Juan Jesus del Napoli

Il futuro immediato di Francesco Acerbi, difensore dell’Inter, è avvolto da una nuvola nera a seguito delle accuse di razzismo mosse da Juan Jesus del Napoli. La decisione della Figc di non includerlo nella squadra per la doppia amichevole dell’Italia è solo la punta dell’iceberg per il calciatore. Lo scontro tra Acerbi e Juan Jesus, scaturito dalle dichiarazioni rilasciate dopo il ritorno da Coverciano, ha aperto una disputa che rischia di compromettere gravemente la stagione del difensore nerazzurro. L’incontro in Procura previsto per domani, mercoledì 20 marzo, si prospetta cruciale per il destino di Acerbi.

Il rischio di una squalifica prolungata è tangibile, considerando che le sanzioni previste per offese razziste includono almeno dieci giornate di squalifica. Tuttavia, la verità sul presunto episodio di discriminazione razziale avvenuto durante la partita di San Siro resta ancora avvolta nel mistero. Mentre Acerbi nega categoricamente le accuse, Juan Jesus ha denunciato pubblicamente le parole offensive ricevute.

Il giudice sportivo Mastrandrea si trova ad affrontare una situazione estremamente delicata, in cui il referto dell’arbitro potrebbe avere un ruolo decisivo. Tuttavia, poiché le testimonianze dei due giocatori divergono, si rende necessario un supplemento di indagini da parte del procuratore federale Giuseppe Chiné. Questa procedura potrebbe portare a un rinvio nella decisione finale.

La questione è regolata dall’articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva sui “Comportamenti discriminatori”, il quale condanna ogni condotta che comporti offesa o insulto per motivi di razza, religione, o altre discriminazioni simili. Per dimostrare l’accusa, saranno necessarie prove video e testimonianze dirette.

In attesa dell’esito delle indagini, Acerbi si trova a rischiare pesantemente il suo futuro calcistico, mentre il calcio italiano resta in attesa di una risoluzione che sia equa e giusta per entrambe le parti coinvolte.