Acqua nelle tombe a Giubiano «Niente fondi per intervenire»

VARESE «L’ufficio tecnico del Comune di Varese si sta occupando del problema che interessa il cimitero di Giubiano, dove, quando piove, alcune tombe si allagano. Se non si è ancora intervenuti è per mancanza di fondi».
Lo spiega Alessandro Bonfadini, responsabile dei servizi cimiteriali del comune di Varese, a una settimana dal grido di allarme di Maria Broggini Bertoni, mamma di Maurizio, un ragazzo morto nel 1986.

«Ho visto le bare uscire dal terreno zuppe e ho visto i camion tirar fuori l’acqua dal terreno con le pompe – ha denunciato la signora – Quando nel 2007 è morto mio marito Sergio l’ho fatto cremare per non dover ancora passare nello strazio di saperlo in quelle condizioni». «Il problema è noto al Comune, che ha redatto un progetto prevede di modificare l’impianto di scolo delle acque superficiali, in modo che l’acqua possa essere convogliata in una tubatura e non si infiltri nelle tombe – spiega Bonfadini – Lo studio per realizzare questo progetto è stato fatto anni fa, manca l’attuazione».

Colpa delle poche risorse economiche. «Abbiamo una coperta troppo corta che, in qualsiasi modo la si tira, rischia di lasciar scoperto qualcosa – continua il responsabile – È questione di scelte, bisogna decidere se privilegiare le scuole con dentro i bambini, le strade tappando i buchi nell’asfalto o i cimiteri. Ognuno ha

a cuore qualcosa, poi però bisogna stilare una lista di priorità. Sarebbe bello poter andare a intervenire ovunque, ma purtroppo non è possibile. Consola sapere che la manutenzione dei cimiteri viene svolta regolarmente. E poi: se è vero che alcune tombe si riempiono d’acqua, è anche vero che le bare non si inzuppano».

Ma come mai l’acqua si raccoglie nelle tombe? «Il cimitero è un luogo in evoluzione, quando è stato costruito non si prevedeva l’espansione a cui è andato incontro – conclude il responsabile comunale – Una volta l’acqua piovana veniva assorbita dal terreno. Poi il cimitero è stato cementificato sempre di più e l’acqua non ha più avuto un canale di scolo. Non si può parlare di interventi fatti male, ma di allargamenti continui, dovuti alle necessità di avere più tombe e loculi».

b.melazzini

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