Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo. Per tutti, semplicemente Pippo. Un nome che da solo bastava a evocare la storia della televisione italiana. Oggi, con la sua scomparsa, il piccolo schermo perde il suo signore indiscusso, l’uomo che più di ogni altro lo ha plasmato, raccontato, reinventato.
Con lui se ne va un pezzo di memoria collettiva, dopo Mike, Corrado, Tortora, Vianello. Ma Baudo è stato il primo e il più grande: presentatore, autore, ideatore di programmi, scopritore di talenti. Una figura totale dello spettacolo, capace di attraversare sei decenni di televisione restando sempre al centro della scena.
Nato nel 1936 a Militello in Val di Catania, alle falde dell’Etna, arrivò a Roma con una laurea in giurisprudenza e un sogno: sfondare in televisione. Il padre gli aveva imposto un limite di tempo: “Se non funziona, torni a fare l’avvocato”. Non servì. Perché dal 1966, con Settevoci, iniziò una cavalcata destinata a fare la storia.
Da Canzonissima a Domenica In, da Fantastico a Novecento, passando per il record imbattuto di tredici Festival di Sanremo, Baudo è stato il volto e la voce di una Rai che ha accompagnato intere generazioni. Il pubblico lo chiamava “Super Pippo”, perché non c’era sfida televisiva che non fosse in grado di affrontare.
Ma Baudo è stato soprattutto un talent scout infallibile. Ha lanciato cantanti, attori, comici, ballerine. Da Al Bano a Laura Pausini, da Eros Ramazzotti a Andrea Bocelli, da Heather Parisi a Lorella Cuccarini, fino a Michelle Hunziker e Gigi D’Alessio. Una galleria di nomi che ha riempito e continua a riempire la scena dello spettacolo italiano. Non a caso, la battuta che lo inseguiva con ironia era sempre la stessa: “L’ho inventato io!”.
Gli anni Ottanta furono l’apice: share record, ascolti stellari, varietà entrati nell’immaginario collettivo. Ma anche negli anni successivi Baudo non ha mai smesso di esserci: celebrando i 50 anni della televisione (2004), i 150 dell’Unità d’Italia (2011), fino al suo ultimo Sanremo nel 2008 e al ritorno, commovente, con Domenica In e Sanremo Giovani.
L’ultima apparizione, nel 2021, fu a “Ballando con le stelle”: ballerino per una notte, come a voler dimostrare che la sua energia non si sarebbe mai spenta.

Recentemente, a febbraio 2025, era tornato a farsi vedere sui social dopo una lunga assenza. Merito di Tullio Solenghi e Massimo Lopez, che erano andati a fargli visita e avevano pensato bene di condividere una foto di loro 3 abbracciati.
Di recente Carlo Conti, parlando della conduzione di Sanremo 2025, ha commentato: “Per me il festival è baudiano, perché Baudo ci ha insegnato a farlo in questo modo”. E lui, Pippo nazionale, che di Festival ne ha presentati 13, ha replicato: “Sono molto contento, mi fa veramente piacere”.
Pippo Baudo non era soltanto un presentatore. Era un pezzo di Italia popolare, rassicurante e familiare, capace di parlare a milioni di spettatori con eleganza, autorevolezza e un sorriso che non tradiva mai la fatica di portare avanti la diretta.
Con lui si chiude un capitolo. La televisione di oggi non sarà più la stessa, perché Pippo Baudo non era soltanto la Rai. Era la televisione italiana.