Addio ad Alessandro il clochard di Busto

Stroncato da un malore mercoledì per strada: «Non voleva aiuti ed era di una bontà unica»

– Addio al “clochard del centro”: se n’è andato , senzatetto per scelta di vita, che stazionava abitualmente sulle grate (da cui esce aria calda) dietro al magazzino Upim, in via Bossi, nella zona pedonale del centro storico.
«Indimenticabile la serata in cui l’ho incontrato» il ricordo pieno di umanità della senatrice . «Ha sempre rifiutato ogni aiuto da parte dei servizi sociali» ricorda l’assessore alla partita .

Lo ha stroncato un arresto cardiaco, mercoledì sera. I volontari della Croce Rossa di Busto Arsizio, che ormai erano diventati la sua vera famiglia, lo hanno trovato «solo come un cane» nel parcheggio dell’ospedale.
Era una delle sue “dimore” estive, insieme alle panchine del viale della Gloria. Perché Alessandro, che era originario della Brianza ma era a Busto Arsizio ormai da diversi anni, aveva scelto di vivere senza fissa dimora.
Così, nei mesi invernali, lo si vedeva seduto sopra le grate sul retro dell’Upim, da cui usciva un po’ di aria calda. Una presenza fissa, mai molesta, a cui ogni tanto qualcuno allungava qualche monetina. La sera, i volontari della Croce Rossa non mancavano mai di fargli visita, per dargli una ripulita e offrirgli qualche parola di conforto e un bicchiere di tè caldo.
«Quando con i suoi amici, i volontari della Croce Rossa, sono stata ad incontrarlo, ho vissuto una serata indimenticabile – racconta la senatrice bustese del Pd Erica D’Adda, tra le prime a tributare il suo addio ad Alessandro – Era un uomo buono, allegro, e ha vissuto come ha voluto. A me piange il cuore che se ne sia andato. E ora mi auguro che possa dormire sereno, e al caldo. Era migliore rispetto allo schifo che c’è in giro».
In tanti, nelle scorse ore, hanno espresso dispiacere e tristezza sui social network, dopo che uno dei volontari della Croce Rossa ha diffuso la notizia della sua tragica e improvvisa scomparsa.

«Non ci ha mai dato un problema, anche se ha sempre rifiutato ogni aiuto da parte delle assistenti sociali e delle istituzioni» ricorda l’assessore Cislaghi.
Anche lo scorso inverno, dopo l’apertura del rifugio per i senzatetto alla stazione Fs, i servizi sociali avevano invano provato a convincerlo a passare le notti al caldo del rifugio, ma lui aveva accettato solo di stare di quando in quando in ospedale.
Anche i servizi sociali del suo Comune di residenza, in Brianza, gli hanno offerto una sistemazione, così come i suoi familiari più prossimi, ma Alessandro, ostinatamente, si è sempre arrangiato da sé, con le elemosine ricevute, tra una fetta di pizza e un cartone di Tavernello. E quest’inverno, in via Bossi, lascerà a suo modo un vuoto.