A Varese si volta pagina. Con discrezione, senza annunci ufficiali, ma con segnali ormai inequivocabili, le Scuderie Olona si preparano a chiudere. Quelle stalle che per decenni hanno ospitato cavalli, allenatori, groom e intere famiglie, oggi sono al centro di una transizione silenziosa, ma irreversibile.
«Sì, ci sono stati sopralluoghi. Stiamo valutando che cosa fare», conferma Guido Borghi, presidente della Svicc, la società che da venticinque anni gestisce anche l’ippodromo. «Non potendo più essere centro di allenamento, il comparto scuderie non ha più senso».
Dall’odore di fieno ai progetti edilizi
Oggi quel reticolo di stalle e recinti, un tempo animato da nitriti, passi rapidi e frustini che schioccavano, è una grande area da riconvertire: 170mila metri quadrati di superficie, 18mila metri cubi di volumetria, inseriti in una zona strategica della città. E il Piano di Governo del Territorio è chiaro: l’area è destinata a uso residenziale. Il progetto prevede la dismissione delle scuderie, la nascita di un nuovo insediamento abitativo, parcheggi e spazi al servizio del tessuto urbano esistente.
Sulla carta, una trasformazione pianificata. Nella realtà, un cambiamento che porta con sé la fine di una cultura e di una tradizione. Per anni, le Scuderie Olona sono state il cuore dell’ippica varesina. Ora il cuore ha smesso di battere.
Il declino, senza clamore
Nessuna ruspa in vista, nessun rendering diffuso. Ma le valutazioni tecniche e urbanistiche si susseguono, mentre l’area viene lentamente svuotata. I motivi sono molteplici: gli affitti non più pagati, i rapporti con gli operatori deteriorati, e soprattutto la modifica dei criteri ministeriali, che non riconoscono più fondi legati alla presenza dei centri di allenamento. Mantenere attive le scuderie non è più sostenibile economicamente.
Un addio consumato senza proclami, ma che pesa. Per Varese, per chi ha vissuto l’ippodromo come passione, lavoro o solo memoria d’infanzia. Un mondo che lentamente si ritira.
L’ippodromo resta. Per ora
Più incerta è la sorte dell’ippodromo delle Bettole, ancora attivo ma in condizioni precarie. La concessione scade a fine 2025, ma il futuro resta da scrivere. Il Comune e la società Svicc sono da tempo in contenzioso sulla manutenzione straordinaria. Una perizia tecnica ha stimato in oltre 4 milioni di euro gli interventi necessari per riportare l’impianto a norma. L’agibilità resta, ma con capienza ridotta.
Il bando per la nuova gestione è in corso, ma il rischio che vada deserto è concreto. Se nessuno si farà avanti, l’amministrazione dovrà decidere se concedere una proroga tecnica o rivedere radicalmente la destinazione d’uso dell’area.
Un pezzo di città che non corre più
Per ora, le corse continuano. Ma la traiettoria appare segnata. Dopo le scuderie, anche le piste potrebbero essere riscritte. Magari da altri progettisti, con altri orizzonti.
Là dove una volta si ascoltava il rombo degli zoccoli e si sognava il podio, arriveranno nuove fondamenta. Più solide per l’economia, meno per la memoria. In silenzio, Varese perde un pezzo della sua anima sportiva, e con essa il passo veloce di chi non corre più.