Addio Renato. La famiglia della Ignis ora è più sola

Il saluto dello storico speaker allo stadio e al palazzetto Johnny Leonardi a Renato Padovan

Oggi per me è un giorno triste e le lacrime mi strozzano le parole.

Con la morte di Renato Padovan se ne va un pezzo della Grande Ignis e, insieme, un pezzo di me. Renato è stato uno dei protagonisti della nostra storia sportiva, in quella squadra che vinse il primo scudetto di Varese nella stagione 1960/61. A piangere la sua morte, però, è l’intera famiglia della Ignis, perché oltre a essere stato un giocatore, Padovan lavorava per l’azienda di Borghi come responsabile della pubblicità.

In pochi sanno che devo a lui la mia carriera di speaker allo stadio e al palazzetto e, poi, in tv. Fu lui a puntare su di me: ero un suo collega alla Ignis ed ero responsabile dei servizi telefonici: il mio timbro di voce era particolare, e Renato fece il mio nome quando Borghi entrò nel calcio e serviva un annunciatore per lo stadio. Dopo qualche anno venni chiamato anche al palazzetto, perché lo speaker precedente ebbe dei problemi con gli arbitri e fu squalificato e ci fu bisogno di sostituirlo. La mia storia di fianco allo sport varesino nei suoi anni più belli e vincenti è iniziata così, ed è iniziata solo grazie a Renato Padovan.

Grazie a lui ho visto e raccontato il calcio, la pallacanestro, i mondiali su pista di Varese nel 1971. E grazie a lui sono arrivato in tv, a TeleNord. Credeva in me, mi voleva bene e io volevo bene a lui.

Nessuno sa, poi, che la sua figura è stata in qualche modo protagonista silenziosa ma decisiva nella carriera di uno dei giocatori più forti e… “pazzi” che siano passati negli ultimi anni a Varese. Ma questa storia la racconteremo un’altra volta.

Oggi penso solo a piangere un amico, un uomo che ha fatto grande la Varese dei canestri. Un uomo che ci mancherà, come ci mancheranno gli splendidi anni che abbiamo passato e raccontato. Ciao Renato, e grazie di tutto.