«Adesso abbiamo veramente paura Prendete uno slavo e voltate pagina»

Il nostro Alberto Coriele ha sentito Omar Valentini, abbonato storico della Pallacanestro Varese

Sugli spalti si è vissuto un piccolo dramma domenica. Una Varese così brutta non si era mai vista. I tifosi sugli spalti erano persi, smarriti, increduli. Quasi sul set di un film. Una situazione surreale, paradossale. Mai vissuta prima. Chi ci parla è Omar Valentini, che è un abbonato storico della Pallacanestro Varese, che nella vita fa il segretario del Varese Calcio: «Sono rimasto molto deluso e spaventato, soprattutto spaventato. Perché non c’era un’impronta di gioco, un’idea di cosa fare. Ad un certo punto mi sono seduto sui gradoni della curva per capire cosa stesse succedendo, non mi sembrava vero, ero incredulo. Avevamo davanti Caserta, una squadra decente ce ne avrebbe dati trenta, o forse più. A fine partita mi sono trovato a terra ribaltato, senza capire come si possa rimediare a questa situazione». Eppure le premesse per questa squadra erano state tutt’altre: «L’arrivo di Arrigoni per me è una garanzia, le squadre che ha tirato su a Bologna non è che mi abbiano fatto mai impazzire, però ha scoperto giocatori come Omaro White, e altri. Quando era a Cantù, ha fatto le fortune di quella società. Siena ha vinto quello che ha vinto perché è andata ad attingere in casa sua. Per questo non metto assolutamente in dubbio le sue capacità. Però presumo che sia lui sia Moretti si siano resi che qualcosa è andato storto. L’unico pensiero positivo è legato al fatto che le squadre di Moretti di natura partono piano e poi carburano». Ora è fondamentale che ci sia una reazione: «È difficile chiedere uno scatto d’orgoglio ad una squadra che si conosce appena. Paradossalmente però credo che a questo punto sia meglio affrontare Milano che Pesaro. L’avversario importante potrebbe

stimolare una reazione importante. Non possiamo aspettarci i due punti da questa trasferta, ma quantomeno un pizzico di amor proprio, che potrebbe tornare utile per la partita casalinga contro Pesaro. Dovessimo perdere anche quella, poi c’è Sassari. In quel caso sì che sarebbero dolori veri». La squadra costruita ha destato tante perplessità, che però Omar si augura vengano quantomeno cancellate dai rattoppi che dovrebbero arrivare in questi giorni: «Ukic mi pare un gran colpo, anzi mi sorprende il fatto che sia senza squadra. Però potrei esultare, da quanto tempo non si vede uno slavo come si deve a Varese? Abbiamo una tradizione clamorosa, Komazec, Mrsic, Mate Skelin. Sono giocatori che combattono, che potrebbero trasmettere anche agli americani la filosofia europea, qui si gioca ogni partita alla morte, per vincere». Il copione di domenica era svilente: «Palla in mano al play, a sei-sette secondi dai 24, tutti fermi, e pick and roll mal riuscito. Mai uno scarico, mai una scelta diversa. Ora che non c’è Wayns, cosa si fa? Un tifoso esige che ci sia un miglioramento nelle scelte individuali nelle scelte dei giocatori». Omar però ci tiene a sottolineare un aspetto secondo lui fondamentale: «Da quanto tempo non vediamo dei varesini di livello in questa squadra? Gli ultimi che ricordo sono Allegretti e Passera. Non per forza varesini, penso a Flaccadori l’anno scorso, ce lo siamo fatti scappare, ed abbiamo sbagliato. Per me è il caso di investire seriamente nei giovani, questa società deve tornare ad avere un’identità, un profilo ben definito. Quando la squadra è formata da italiani, si crea un connubio tra squadra e pubblico che è fantastico. Come ha fatto Reggio. Così noi abbiamo vinto uno scudetto nel ’99».