Kabul, 26 set. (Ap) – Agosto è stato il mese più sanguinario
dell’anno per i civili in Afghanistan: lo rivela un rapporto
delle Nazioni Unite, che tiene conto dello svolgimento delle
elezioni presidenziali del 20 agosto e avverte della possibilità
di una nuova escalation di violenze in vista dell’annuncio
ufficiale dei risultati.
Secondo il conteggio, sono 1.500 i civili che hanno perso la
vita nel paese centro-asiatico da gennaio ad agosto, tre quarti
dei quali a causa degli attacchi dei talebani e di altri
guerriglieri. L’Onu non precisa quale sia il numero dei decessi
di agosto, sottolineando però che si tratta di “un nuovo picco”,
secondo il portavoce Adrian Edwards. Circa un quarto delle
vittime civili sono tuttavia da mettere nel conto delle forze
della coalizione, la maggior parte durante i bombardamenti aerei,
aggiunge l’Onu.
Secondo un bilancio dell’Associated Press, 174 civili sono stati
uccisi in agosto, 165 dei quali in attacchi attribuiti alle
milizie afgane. L’attacco più violento è avvenuto il 25 agosto,
con un camion bomba che ha provocato 43 morti a Kandahar.
Il 2009, anche se non è ancora finito, è già l’anno più violento
dall’inizio della guerra per le forze straniere e anche per i
civili. Nei primi otto mesi del 2008 c’erano stati 1.145 civili
uccisi, per un totale di 2.118 a fine anno, un record. Da allora
i talebani hanno esteso il loro raggio d’azione anche su aree in
precedenza risparmiate dalle violenze dall’invasione americana
del 2001.
Cuc
MAZ
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