GALLARATE Un calcio violentissimo nel costato, semplicemente per non essersi scostato in fretta dalla corsia di sorpasso della statale 336. Ci sarebbero i futili motivi alla base dell’aggressione consumata da Fabio Mezzasalma, tassista di Malpensa, nei confronti di un collega.
I fatti risalgono al 14 novembre del 2002 e sono stati ricostruiti nel tribunale di Gallarate, ieri, dal pm Elisabetta Brusa. «La persona offesa stava effettuando un sorpasso e si vide tallonato dalla macchina che lo seguiva. Una volta spostatosi sull’altra corsia la macchina tentò di avvicinarsi e lui riconobbe il signor Mezzasalma». Il tassista pensava che la faccenda fosse finita lì invece, arrivato in aeroporto, il collega lo insultò e lo riempì di botte, fino a fargli perdere i sensi. «L’aggressione c’è stata – conclude il pm – e i traumi sono stati attestati anche dai certificati del Pronto Soccorso».
Di tutt’altro avviso l’avvocato della difesa, Pietro Romano. «Un testimone dice di aver sentito grida e spinte reciproche, non un’aggressione. Ha dichiarato di aver visto l’uomo indietreggiare. Sarebbe caduto perché non vide il gradino del marciapiede. Altro che calcio al costato».
Il giudice Maria Greca Zoncu ha dato ragione al pm, condannando l’imputato a 6 mesi di reclusione per lesioni personali e al pagamento dei danni fisici e morali, come stabiliti in sede civile. A lui anche il pagamento di 2500 euro per il legale di parte civile.
e.marletta
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