Alaska, incontro storico. Putin: “Spero che l’intesa apra alla pace in Ucraina”. Trump: “Grandi progressi, ci sono questioni da risolvere”

Il vertice si chiude senza cessate il fuoco. Mosca detta le condizioni, Washington parla di “progressi”, ma l’equilibrio pende a favore del Cremlino.

Sorrisi, applausi, persino una rottura del protocollo con Putin che sale sulla limousine di Trump. L’inizio del vertice di Ferragosto ad Anchorage lasciava presagire un risultato storico. Invece, dopo tre ore serrate di colloqui – e un pranzo saltato – la realtà è un’altra: nessun cessate il fuoco, nessuna firma, solo un accordo opaco in cui la Russia pretende che né Kiev né l’Europa intralcino il percorso tracciato.

In conferenza stampa, i due leader hanno offerto al mondo messaggi ben lontani dalla “pace imminente” auspicata alla vigilia. “Garantiremo la sicurezza dell’Ucraina”, ha scandito Putin, subito seguito da Trump: “Grandi progressi, ma non siamo ancora arrivati”. Dietro le formule diplomatiche, però, restano le distanze: l’attesa parola “tregua” non è mai uscita dalla bocca del presidente americano.

Il Cremlino ha provato a vestirsi da costruttore di pace. Putin ha chiesto a Kiev e alle capitali europee di non “sabotare i progressi nascenti” e ha ribadito che le vere cause del conflitto risiedono nello squilibrio di sicurezza globale. Parole pronunciate mentre, quasi in contemporanea, l’Aeronautica di Kiev denunciava nuovi attacchi con droni russi nell’est del Paese.

Il leader russo, accolto da Trump con toni cordiali, ha persino lasciato intendere che con un’altra presidenza americana la guerra non sarebbe mai scoppiata: “Se nel 2022 ci fosse stato Trump alla Casa Bianca, il conflitto non sarebbe iniziato”. Un endorsement implicito che sembra rafforzare la posizione di Mosca.

Trump, dal canto suo, ha annunciato una telefonata con la Nato e con Zelensky, che fino all’ultimo non è stato informato dei contenuti del summit. Intanto Bruxelles si prepara a riunire gli ambasciatori europei per valutare un’intesa di cui poco si sa, ma che – nelle parole di Putin – “non deve essere ostacolata”.

Il Cremlino rilancia: “Next time in Moscow”, ha detto Putin, occupando otto dei dodici minuti della conferenza stampa congiunta. Trump non ha escluso l’invito, pur ammettendo che “si prenderebbe molte critiche”.

Ma oltre le dichiarazioni ufficiali, la lettura degli osservatori è netta. John Bolton, ex consigliere per la Sicurezza nazionale, ha commentato alla Cnn: “Trump non ha perso, ma Putin ha chiaramente vinto. Il presidente americano non ha portato a casa nulla, se non la promessa di altri incontri. Putin ha ottenuto invece ciò che voleva: nessun cessate il fuoco, nessun vincolo immediato, e un graduale ritorno di relazioni internazionali più distese”.

Un vertice senza vittoria per gli Stati Uniti, con un’Ucraina che resta sola sul campo e una Russia che continua a guadagnare tempo.