Alex, un gallaratese al Festival di Sanremo

GALLARATE Diciamocelo: la maggior parte degli italiani si sintonizzerà sul Festival di Sanremo per ammirare (e criticare) le mise e le grazie di Belen e della Canalis. E allora già che ci siete fatevi scappare l’occhio e possibilmente l’orecchio su un direttore d’orchestra dalle scarpe rosse. Gallaratese purosangue. Dopo Beppe Vessicchio e Vince Tempera, sul palco dell’Ariston quest’anno dirige l’orchestra Alex Gasparotto. Trent’anni da compiere tra tre mesi, front man della band pop-rock Xela, un figlio di due anni e mezzo a fare il tifo per lui davanti alla tv.

Alex impugnerà la bacchetta per accompagnare l’orchestra della Rai nell’esecuzione del brano «Un pezzo d’estate» di Gabriella Ferrone, una dei due vincitori di Area Sanremo entrata di diritto nella sezione giovani della kermesse.
Maestro, sta già preparando i bagagli?
Per carità, parto per Sanremo lunedì e come consuetudine non riempirò la valigia prima di domenica notte.
Quanta adrenalina c’è in corpo in vista di un appuntamento così importante?
Parecchia, non lo nego. Avere l’opportunità di vivere una simile esperienza penso sia più unico che raro. Ma sono anche tranquillo, perché siamo una squadra fantastica, giovane e piena d’entusiasmo. Ci divertiremo ed impareremo tantissimo, questo è sicuro.
Neanche un po’ di paura di essere tradito dall’emozione?
Diciamo che non me lo posso permettere. E poi con Gabriella abbiamo già fatto le prove sia a Roma sia a Sanremo. Posso anticiparvi che il palco è davvero strepitoso.
Torniamo alle origini: come ci arriva un gallaratese sul palco dell’Ariston?
Conosco Gabriella da un paio d’anni, essendo anche lei un’artista della Sunrise Music. Quando le si sono spalancate le porte del Festival ha riscontrato alcuni problemi con l’arrangiamento del brano. E così, quasi per gioco, abbiamo provato un arrangiamento che le è molto piaciuto, al punto che è diventato quello definitivo. E quando mi ha chiesto di dirigere… beh, non ho potuto dire di no.
Cosa può anticiparci del brano?
È una canzone molto intima e profonda, che parte da un tema “banale” come la fine di una storia d’amore ma ne analizza soprattutto le conseguenze, quel clima da resa dei conti che tutti conosciamo molto bene.
E gli Xela? Dove li ha lasciati?
Gli Xela godono di ottima salute tant’è vero, per esempio, che al disco di Gabriella che uscirà dopo il festival («Ora so», ndr) ha partecipato anche Alessio Bertoni alle chitarre. Il progetto del gruppo continua eccome: al ritorno da Sanremo sarà già ora di ripartire.
E per dove?
Per la Romania, dove nel mese di marzo faremo un mini tour sperimentale. Pare infatti che il mercato dell’Est sia affamato di musica italiana. Sembra incredibile, ma sono innamorati della nostra lingua. Abbiamo quindi deciso di rischiare e provare a sondare il terreno: per gli Xela la vita è fare musica, ovunque ci offrono un palco noi siamo ben contenti di suonare.
Questo significa che dopo «Venere di cenere» del 2009 all’orizzonte c’è un nuovo disco?
Non solo c’è, ma è anche praticamente pronto. Entro la fine dell’anno dovrebbe uscire il primo singolo.
Nella sua carriera ha già scritto tre musical, recitato su palchi, piccolo e grande schermo, musicato due cortometraggi, composto canzoni e persino jingle pubblicitari. Come pensa di poterci ancora stupire?
Con il mio look. Si è mai visto un direttore d’orchestra in giacca da tight, jeans e sneakers rosse?
Federica Artina

f.artina

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