Nel cuore del Lago di Varese, a pochi metri dalla riva di Biandronno, emerge un luogo che, pur nelle sue dimensioni ridotte, custodisce una delle pagine più antiche e affascinanti della storia europea. L’Isolino Virginia è il sito archeologico più antico della provincia di Varese e uno dei più rilevanti dell’intero arco alpino. Dal 2011 è inserito nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO all’interno del sito seriale dei “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”, che riunisce insediamenti distribuiti in sei Paesi europei.
Qui la presenza umana è attestata fin dal V millennio avanti Cristo. Per migliaia di anni, comunità preistoriche hanno abitato questo piccolo isolotto, costruendo case su palafitte direttamente sull’acqua. Non si tratta di un’isola naturale in senso stretto, ma di una formazione cresciuta nel tempo proprio grazie alla sovrapposizione degli strati di abitato. Ogni fase di vita ha lasciato tracce che, accumulandosi, hanno dato forma all’Isolino così come lo conosciamo oggi.
Il valore straordinario del sito è legato anche alle condizioni ambientali che ne hanno favorito la conservazione. L’acqua del lago ha protetto materiali normalmente destinati a scomparire, permettendo agli archeologi di recuperare legni, resti vegetali, utensili e manufatti in uno stato eccezionale. Grazie a queste testimonianze è stato possibile ricostruire con grande precisione la vita quotidiana delle prime comunità agricole: come costruivano le loro abitazioni, come si nutrivano, quali colture praticavano e quale rapporto avevano con l’ambiente che li circondava.
Le ricerche sull’Isolino Virginia iniziano già nell’Ottocento, ma è soprattutto nel corso del Novecento e negli ultimi decenni che gli scavi sistematici hanno restituito un quadro scientifico di straordinaria importanza. I dati raccolti hanno reso il sito un punto di riferimento internazionale per lo studio della preistoria alpina e delle prime forme di sedentarizzazione umana. Non a caso, l’Isolino Virginia è considerato uno dei luoghi chiave per comprendere la diffusione dell’agricoltura e dell’allevamento in Europa.
Il riconoscimento UNESCO ha sancito questo valore universale. All’interno del grande mosaico dei siti palafitticoli alpini, quello varesino occupa un posto speciale, sia per l’antichità degli insediamenti sia per la continuità di frequentazione nel corso dei millenni. È un luogo che racconta l’adattamento dell’uomo all’ambiente lacustre e la capacità di costruire comunità stabili in equilibrio con la natura.
Oggi l’Isolino Virginia è visitabile attraverso un percorso didattico e un museo che accompagnano il visitatore alla scoperta di questa storia remota. La tutela è rigorosa, perché il sito è fragile e prezioso: non un’attrazione da consumo rapido, ma uno spazio di conoscenza e consapevolezza, dove il tempo lungo della storia invita a rallentare e osservare.
In una provincia che può vantare una concentrazione rara di beni UNESCO, l’Isolino Virginia rappresenta idealmente l’inizio di tutto. Prima dei santuari, dei borghi fortificati e delle grandi trasformazioni storiche, qui c’erano già uomini e donne che costruivano, coltivavano e vivevano in comunità. Un piccolo isolotto che racconta come il Varesotto sia stato, fin dalle origini, un luogo di vita, di ingegno e di relazione profonda con il proprio territorio.










