Allarme in Oncologia a Varese: personale ridotto e futuro incerto

Reparto in affanno tra carenza di medici e carichi insostenibili.
La partenza del primario acuisce l’emergenza, il futuro è in bilico.

VARESE – Il clima è teso nel reparto di Oncologia dell’Ospedale di Circolo, dove questa mattina – mercoledì 28 maggio – si è tenuta una conferenza stampa indetta dalla FP Cgil Medici per accendere i riflettori su una situazione che da anni preoccupa personale, sindacati e cittadini. La denuncia è chiara: carichi di lavoro insostenibili, organico dimezzato e prospettive sempre più nebulose.

La vertenza sindacale è aperta da tre anni e il personale è in stato di agitazione. Nonostante l’interlocuzione con la direzione aziendale e l’interessamento della Prefettura, le risposte ottenute sono state considerate «deludenti e parziali».

“Il nostro timore – ha dichiarato Bruno Zecca, referente regionale FP Cgil Medici – è di assistere al lento svuotamento di un reparto cruciale. In Lombardia abbiamo già visto unità operative pubbliche scomparire. Vogliamo salvaguardare la sostenibilità dell’oncologia a Varese prima che sia troppo tardi”.

Reparto in affanno: da 16 a 10 medici, e il primario è in partenza

Nel giro di poco tempo l’équipe medica è passata da 16 a soli 10 specialisti, con ulteriori defezioni all’orizzonte: il professor Francesco Grossi, primario e punto di riferimento del reparto, ha vinto un concorso al San Martino di Genova – la sua città – e potrebbe presto lasciare Varese. Una notizia che rischia di dare un colpo decisivo alla già fragile stabilità del reparto.

Intanto, l’aumento delle patologie oncologiche continua a mettere pressione su una struttura che si fa carico sia delle cure ospedaliere, sia delle attività ambulatoriali e territoriali, aggravata dalla mancanza di medici in seguito a recenti pensionamenti. A rendere tutto più complesso, la fuga verso il privato di diversi professionisti, attratti da condizioni economiche e lavorative migliori.

“Abbiamo grandi professionisti – ha detto Gianna Moretto, della FP Cgil – ma lavorano tra mille difficoltà. Alcuni hanno lasciato per strutture private dove il riconoscimento economico e professionale è maggiore. Serve una vera inversione di rotta”.

Concorso flop e soluzioni a metà

Nel confronto sindacale, qualcosa si è mosso: grazie alla pressione della FP Cgil, i turni di guardia notturna sono scesi da 8 a 6 al mese. Ma il recente concorso per nuovi ingressi ha dato risultati sconfortanti: un solo candidato ha accettato il trasferimento a Varese.

“Servono incentivi, benefit, condizioni di lavoro attrattive – ha spiegato Daniele Bonsembiante, vicesegretario lombardo di Cittadinanza Attiva – altrimenti sarà difficile invertire la rotta”.

Oltre alla carenza di medici, si chiede anche personale amministrativo di supporto al reparto per gestire la burocrazia e alleggerire il carico sui clinici. Ma anche questa richiesta, per ora, è rimasta senza risposta.

Ora gli occhi sono puntati sull’Università dell’Insubria, chiamata a individuare il nuovo primario e – si spera – a rilanciare il reparto con nuove collaborazioni e giovani specialisti in formazione. Ma il tempo stringe, e la tenuta del reparto oncologico di Varese appare sempre più in bilico.