Allarme rosso per Cortisonici Servono soldi o rischia l’addio

VARESE «Selezione Cortisonici 2013 in corso. Qualità mai così alta: ottimi film made in Italy, seconde visioni da Cannes e Venezia. Riusciremo a trovare le risorse per proiettarle anche quest’anno?». Questo il tweet lanciato ieri dai Cortisonici, il gruppo che da oltre nove anni organizza l’omonimo festival internazionale del cortometraggio capace di coinvolgere migliaia di persone con una settimana di eventi in città legati al mondo del cinema emergente, “corto”, non convenzionale. Per marzo è attesa l’edizione numero 10, ma la difficoltà di reperire fondi minaccia l’evento.L’anno scorso l’organizzazione ha proposto una versione apocalittica del Festival, ironizzando sulla profezia Maya, ma la cinghia tiratissima nei bilanci di enti pubblici e privati rischia di arrivare là dove l’antico calendario ha fallito.Il Comune di Varese ha dovuto ridurre a 5.400 euro il suo contributo (contro un massimo concesso di ottomila euro) e nulla arriva da Regione e Provincia che solo lo scorso anno aveva scucito 1.500 euro «ma a fronte di una richiesta dieci volte superiore e solo dopo una produzione immane di documenti burocratici», ricorda Massimo Lazzaroni, responsabile organizzativo del Festival. Resta il sostegno di Lega Coop, ma alla fine dei conti all’appello mancano almeno diecimila euro «perché Cortisonici è nato povero ma non si fa con niente», scrive su Facebook

Carlo Prevosti, responsabile della sezione Inferno dove minaccia ironicamente di portare chi non mette mano al portafogli. «Sappiamo che il momento è difficile. Negli ultimi due anni siamo comunque cresciuti grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo sul progetto del Lab per la produzione di nuovi corti, ma il progetto è scaduto e non rifinanziabile», spiega il direttore artistico Gianluca Gibilaro.Nei mesi scorsi il gruppo si è prodigato nel bussare alle porte di aziende e istituti di credito per chiedere aiuto, ma con scarsi risultati: «Abbiamo proposto l’intitolazione del premio, la possibilità di girare un corto negli spazi dei sostenitori ma niente», racconta Lazzaroni deluso, dopo l’ultima risposta negativa.Ognuno con i propri soldi è libero di fare ciò che vuole, ma rimane lo sconforto per un festival che funziona (innumerevoli collaborazioni con Argentina, Corea e mezza Europa cui si aggiungono, da ultimo il Bergamo film festival e la Tsi) «ma che sembra interessi solo a noi che lo facciamo per piacere e alle seimila persone che partecipano ogni anno all’evento», commenta Gibilaro. A questo si aggiunga la momentanea chiusura delle cantine del Twiggy, punto di riferimento per proiezioni infernali e festa di chiusura, e davvero all’orizzonte si prospetta la possibilità di un’edizione 2013 trasformata in una grande festa di addio ai Cortisonici.

s.bartolini

© riproduzione riservata