VARESE Lo spotted dilaga tra gli studenti varesini, ma presidi e associazioni genitori ignorano la pericolosità del fenomeno che troppo spesso sfocia in episodi di cyber bullismo. «Non ho idea di cosa stia parlando». È stata questa la risposta che i presidi delle scuole superiori hanno dato, interrogati sulle pagine spotted che i loro studenti hanno creato sul più polare dei social network. Non hanno cioè idea che gli adolescenti che frequentano il liceo classico Cairoli, lo scientifico Ferraris e la Cooperativa Sacro
Monte, abbiano creato uno speciale spazio in rete in cui postare commenti in forma assolutamente anonima. Insulti rivolti ai professori, espliciti riferimenti sessuali a compagni e compagne o peggio ancora sfottò mirati alla presa in giro dei compagni di scuola più deboli. Ed è quest’ultimo aspetto degli spotted che più dovrebbe preoccupare presidi e genitori. Perché il fenomeno del cyber bullismo sta velocemente dilagando, alimentato soprattutto dalla mancanza, o in questo caso dall’assenza, di un controllo da parte degli insegnati o dei genitori.
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s.bartolini
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